Milano, 3 luglio 2019 - È stato arrestato con l'accusa di concorso in omicidio volontario, a oltre 7 anni di distanza dalla morte del vigile urbano Niccolò Savarino a Milano, il 12 gennaio 2012, travolto e ucciso da un suv, Milos Stizanin, nomade serbo che era nell'auto guidata dal minorenne Remi Nikolic. La misura cautelare, notificata in carcere al giovane (già detenuto per fatti commessi in Serbia e in attesa di estradizione), è stata emessa dopo che in appello nel 2018 venne riqualificata l'accusa da favoreggiamento a concorso in omicidio.
La Corte d'Assise d'appello di Milano, nel maggio del 2018, aveva stabilito che Stizanin, prima sempre accusato del favoreggiamento di Nikolic (condannato a 9 anni e 8 mesi in via definitiva dai giudici dei minori), doveva essere, invece, indagato per concorso in omicidio volontario aggravato. Quella decisione, poi, è diventata definitiva e quindi gli atti sono tornati alla Procura e il pm Mauro Clerici ha chiesto e ottenuto dal gip Alessandra Cecchelli la misura cautelare in carcere per il serbo. Ordinanza eseguita nei giorni scorsi. I legali di Stizanin, gli avvocati David Maria Russo e Lorenzo Castiglioni, hanno già preannunciato che faranno ricorso al Riesame contro la misura, perché manca "l'elemento soggettivo del reato", ossia non è vero, secondo la difesa, che il 26enne rafforzò la volontà dell'allora 17enne Nikolic, che poi alla guida travolse l'agente Savarino. Per i giudici d'appello - che dopo un rinvio degli atti dalla Cassazione avevano annullato il verdetto con cui Stizanin nel 2014 era stato condannato a 2 anni e mezzo solo per favoreggiamento - il serbo aveva incitato l'amico minorenne alla «azione criminosa», ossia a travolgere l'agente della Polizia locale mentre quest'ultimo stava effettuando un controllo di routine in un parcheggio, e lo aveva sollecitato a proseguire la "marcia", trascinandolo sull'asfalto, dopo averlo investito. Per la difesa, invece, Stizanin disse all'amico che se ne dovevano andare e non lo incitò all'investimento.