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Sant’Eusebio dopo il maxi-blitz "Criminalità, cancro del quartiere"

Il giorno dopo il blitz che ha decapitato le organizzazioni criminali che da decenni tengono prigioniero il quartiere, Sant’Eusebio si interroga su una possibile via d’uscita da una situazione che da troppi anni appare senza soluzione. I 12 arresti compiuti dalla polizia all’alba di martedì pesano perché rompono gli equilibri e i collegamenti della criminalità locale con trafficanti di droga legati alla ‘ndrangheta e ai boss albanesi. Ma non sconfiggono la piaga della droga e della criminalità in un rione nel quale il malaffare va a braccetto con povertà, degrado e un gap culturale. Cento arresti compiuti nel 2020 non sono serviti a sconfiggere i clan ramificati in una decina di famiglie storiche. Anzi, negli ultimi mesi la rete si era rapidamente adeguata, facendo arrivare dalla Calabria i pendolari dello spaccio da mettere in strada e creando punti di consegna mobili. Gli spacciatori si sono dotati di monopattini con sellino incorporato e di biciclette elettriche per spostarsi rapidamente e dentro e fuori dal rione. I blitz sono importanti, ma ancora più importante è riuscire a incidere socialmente in un rione che in 40 anni è rimasto sempre lo stesso. Paradossalmente Sant’Eusebio è storicamente il quartiere cittadino nel quale l’associazionismo è più sviluppato eppure non riesce a fare la differenza. "Serve un vaccino, una medicina e serve innanzitutto per i giovani", dice Claudio Poletti, 73 anni, di cui almeno 50 dedicati a questo quartiere in associazioni che via via si sono occupate di affrontare la piaga della droga, quella della mancanza del lavoro e oggi anche delle opportunità per i giovani.

"La criminalità nel quartiere è un cancro che ha radici profonde e forse più grandi di quello che possiamo pensare - continua Poletti -. Questi blitz hanno una valore fondamentale perché mettono in luce la debolezza delle famiglie criminalità, ma purtroppo non sono risolutivi. Ciò che non si è mai riusciti a fare negli anni è offrire al quartiere una via d’uscita diversa". Poletti negli ultimi anni ha contribuito tra le altre cose a dare vita al ViBe, una associazione che si occupa di fornire corsi di musica gratuiti ai giovani del quartiere.

Rosario Palazzolo