MASSIMILIANO MINGOIA
Cronaca

San Siro, Sala bacchetta Cardinale: "Milan, c’è bisogno di chiarezza. L’Inter? Interessata al restyling"

Sindaco irritato per le dichiarazioni del patron rossonero sulla preferenza per il nuovo stadio a San Donato: "Meglio una risposta al Comune che un’intervista. La telefonata con il presidente Zhang è stata positiva" .

"San Siro? Quello di cui noi abbiam bisogno è chiarezza". Il sindaco Giuseppe Sala ieri mattina ha letto con una certa irritazione le dichiarazioni del patron del Milan e presidente di Redbird Gerry Cardinale. Sì, perché dopo il vertice in Comune dello scorso 22 febbraio sull’ipotesi di ristrutturazione del Meazza a cui hanno partecipato il presidente rossonero Paolo Scaroni e l’amministratore delegato dell’Inter Alessandro Antonello, il primo cittadino probabilmente si aspettava maggior cautela da parte dei club.

L’accordo raggiunto da Comune e società durante quell’incontro, infatti, è che entro tre mesi Webuild mostri a Milan e Inter uno studio di fattibilità sul restyling di San Siro, un piano che non costringa le squadre a giocare altrove per i due anni necessari per completare i lavori. Cardinale, invece, giovedì durante il Business of Football Summit organizzato dal quotidiano inglese Financial Times, ha ribadito che il Piano A del Milan resta il nuovo stadio a San Donato Milanese: "Abbiamo fatto più progressi noi in 18 mesi che chiunque altro in Italia. Io amo San Siro, è un privilegio giocare lì, la questione però non è lo stadio ma se possiamo vincere meglio con un nuovo stadio e la risposta categoricamente è sì".

L’ipotesi di restyling del Meazza sembra residuale, ad ascoltare le parole di Cardinale. Eppure, per ora, il Milan non esclude nessuna ipotesi: oltre al nuovo stadio a San Donato, la società rossonera non dice un secco "no" né alla ristrutturazione del Meazza e neppure al progetto di realizzazione di un nuovo impianto di fianco alla Scala del calcio, il progetto avviato insieme all’Inter nel 2019 e mai ufficialmente accantonato dal punto di vista urbanistico. Il Diavolo, insomma, tiene il piede in almeno tre scarpe e a Sala non va più bene questo atteggiamento: "Il 1° febbraio abbiamo mandato una lettera al Milan, dicendo: prendiamo atto che San Donato ha avviato un procedimento (per il progetto del nuovo stadio dei rossoneri, ndr). Ergo, se San Siro non interessa più, ditecelo. Loro ci hanno risposto tre settimane dopo in termini interlocutori (il Milan vuole aspettare la sentenza del Tar sul vincolo sul secondo anello del Meazza attesa il 14 marzo, ndr). Se veramente non sono interessati a San Siro, piuttosto che dirlo in un’intervista a un quotidiano inglese, prendano carta e penna e scrivano al Comune, in modo che io ne possa prenderne atto e capire cosa fare. Non è un giudizio (sulle intenzioni del Milan, ndr), ma io devo fare il mio lavoro. E per farlo ho bisogno prima di tutto di chiarezza. Penso e spero che non abbiamo rinunciato all’idea di San Siro. Se così non fosse, basta una lettera".

Sala bacchetta il Milan e, intanto, corteggia l’Inter: "Dalla telefonata con il presidente Steven Zhang ho ricavato alcune impressioni. La prima è che lui ha intenzione di conservare il controllo della società. La seconda è che Zhang ha interesse a verificare – e questo avverrà con lo studio di Webuild – se si può ristrutturare il Meazza senza bloccarlo. Perché, se non si potesse, il presidente dell’Inter mi ha già detto che l’Inter non è interessata. E io gli ho già risposto: hai ragione. Ma se si può, consideriamo questa opzione. Io in Zhang vedo un interesse (alla ristrutturazione dello stadio, ndr)".