Nuovo San Siro, un sì e tanti ma. "Il vecchio stadio non si abbatte"

Milano, voto in Consiglio: Palazzo Marino dà il via ai negoziati con Milan e Inter sul progetto Sedici “paletti” che condizionano il piano da 1,2 miliardi: volumetrie più basse e niente ruspe

Lo stadio di San Siro

Lo stadio di San Siro

Milano, 29 ottobre 2019 - Un primo via libera per avviare una trattativa tra Giunta comunale, da una parte, e Milan e Inter, dall’altra, per il progetto di un nuovo stadio a San Siro. Ma si tratta di un sì condizionato da ben 16 paletti. Il Consiglio comunale ieri ha votato a favore di un ordine del giorno della maggioranza di centrosinistra che «invita il sindaco Giuseppe Sala e la Giunta, in vista delle scelte che dovranno assumere, a considerare come decisivo e imprescindibile il realizzarsi delle seguenti condizioni». Ed ecco l’elenco delle 16 proposte di modifica del progetto rossonerazzurro da 1,2 miliardi di euro che punta alla costruzione di un nuovo impianto nell’attuale parcheggio di San Siro, alla realizzazione di un distretto multifunzionale nell’area limitrofa e alla demolizione dello stadio Meazza. Due paletti sono particolarmente significativi.

Con il primo il Consiglio chiede «la riduzione degli indici volumetrici» proposti dai club: l’attuale indice nell’area di San Siro previsto nel Pgt è di 0,35, il progetto rossonerazzurro prevede lo 0,63, quasi il doppio. Il secondo paletto, invece, riguarda la demolizione dell’attuale stadio: «Anche alla luce dei pareri espressi dalla Sovrintendenza, dal Politecnico e dalla Conferenza dei servizi, l’ipotesi di abbattimento dello stadio Meazza si ritiene superata. Deve pertanto essere prevista una proposta specifica in merito alla rifunzionalizzazione del manufatto esistente». In pratica no alla demolizione del Meazza, sì a un suo utilizzo con altre funzioni. L’odg, approvato in aula con 27 «sì», 11 i no e 7 astenuti (tre i ribelli nel Pd: Carlo Monguzzi e Alessandro Giungi hanno votato contro, Milly Moratti si è astenuta), rimette il cerino nelle mani di Sala.

È la Giunta, infatti, a dover decidere se il progetto è di «interesse pubblico» o no. Il sindaco non si tira indietro: «Il sì condizionato del Consiglio? Quello che ne ricavo è che il progetto com’è oggi non è accettabile. Adesso parte la discussione vera con le società. Penso che i volumi che sono stati chiesti non sono realistici e sono eccessivi. E che uno sforzo per salvaguardare lo stadio di San Siro va fatto. Perlomeno bisogna essere certi che non c’è la possibilità di salvarlo, che non vuol dire tenere un monumento, ma farlo funzionare». Il sindaco non prevede una conclusione in tempi brevi: «Stiamo parlando di interessi a volte contrapposti».

Milan e Inter sono disposti a trattare con il Comune. L’amministratore delegato dell’Inter Alessandro Antonello apre: «Ascolteremo le istituzioni per capire se la proposta modificata farà comunque sì che un progetto di queste dimensioni possa andare avanti». Se i ricavi per i club non si ridurranno troppo per lo stop alle volumetrie e per il salvataggio del Meazza, un accordo è possibile. In caso contrario, il presidente del Milan Paolo Scaroni ricorda al Comune che i club hanno un «Piano B»: costruire il nuovo stadio a Sesto San Giovanni.  

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