
I posti riservati agli appassionati di calcio con disabilità
Milano, 1 settembre 2017 - Unire le forze, con un confronto costruttivo, per migliorare un servizio di pubblica utilità. Argomento, ancora una volta, lo stadio San Siro e i disabili. Il tutto nasce dal nostro articolo “Battaglia per i diritti” del 22 agosto, dove pubblicammo una lettera di un nonno che, accompagnando allo stadio il nipote disabile, ci scrisse evidenziando una serie di problematiche. Dopo una prima presa di posizione del Milan, che si era detto disponibile a prendersi in carico la questione, è giunta anche la risposta di M-I Stadio, il consorzio che gestisce l’impianto, la quale con una lunga missiva di risposta al nostro articolo ha messo in campo la sua «disponibilità ad approfondire ulteriormente la possibilità di attuazione di tutti gli strumenti concretamente utili a migliorare la fruizione dell’impianto da parte degli spettatori con disabilità».
M-I Stadio ha precisato come questo sia un argomento «su cui vi sono costantemente attenzione e sensibilità sia da parte di Milan e Inter, sia da parte di M-I Stadio... un tema rilevante e complesso, non dipendente solo da noi»; ma poi ha voluto chiarire alcuni temi. Milan e Inter, con un investimento a totale loro carico, hanno fatto costruire nel Primo Anello Arancio la piattaforma dedicata agli spettatori in carrozzina «rendendo permanente una configurazione che ha prodotto soddisfazione tra gli utilizzatori presenti alla finale di Champions League del 2016, come certificato anche dal Cafe» (associazione consulente ufficiale della Uefa per la verifica degli standard dei servizi dedicati agli spettatori con disabilità, ndr).
La pedana in questione, rialzata di 30 centimetri, aveva consentito il miglioramento della visibilità del campo da parte degli spettatori con disabilità lungo il rettilineo del Primo Anello Arancio, ma la cosa paradossale è che questo andava contro la normativa vigente: «Sono le norme stesse – si legge ancora nella lettere di M-I Stadio – a non assicurare sempre una concreta utilità per il raggiungimento dell’obiettivo, tanto che proprio a San Siro per quegli spazi si è dovuto procedere alla formulazione di istanze per due diverse deroghe alla Prefettura di Milano. Può sembrare paradossale, ma rispettando la norma non si viene incontro alle esigenze dei disabili, mentre chiedendo ed ottenendo di poter derogare a questa sì». L’assurdo di un Paese dove spesso sono proprio le leggi a divenire, ancora prima della loro messa in atto, ostacoli ai cittadini. E, dunque, spesso bisogna ingegnarsi per trovare la soluzione migliore: da qui l’esigenza di posizionare alcuni accompagnatori sulla prima fila di posti a sedere alle spalle delle posizioni delle carrozzine, per offrire uno spazio maggiore proprio a quest’ultime. Il tutto, ricorda ancora M-I Stadio, in un impianto che ospita 200 posti per i disabili (55 al Primo Anello Verde, 55 al Blu, 84 all’Arancio e 6 altri nella parte alta di quest’ultimo), offre sette bagni a loro riservati e cinque ascensori nell’impianto.