
di Mattia Todisco
Alla fine sono riusciti a entrare tutti per il fischio d’inizio. Un’ora prima di Inter-Genoa, però, le code fuori dal Meazza per i controlli di rito, a cui si aggiungevano quelli riguardanti il green pass, facevano temere che qualche tifoso sarebbe potuto entrare solo a gara iniziata. Non tanto nella zona delle curve, quanto davanti alla tribuna rossa, dove si sono concentrati la maggior parte dei presenti che avevano in mano i tagliandi per assistere allo spettacolo. Nessun incidente da segnalare.
Una volta dentro lo stadio, il pubblico ha fatto capire la netta differenza tra un San Siro vuoto, come è accaduto per tutto lo scorso anno, e uno pieno. I presenti erano meno della capienza consentita, ma 27.402 tifosi tutti assieme nell’impianto meneghino non si vedevano dal 19 febbraio, Atalanta-Valencia di Champions League. Gli assembramenti sono iniziati abbastanza presto. Il riscaldamento delle due squadre richiama sempre parecchi appassionati vicini alle balaustre e così è accaduto. Poche le mascherine indosso, in questo senso il caldo afoso avvertito nello stadio almeno fino al termine del primo tempo non ha aiutato. Era difficile immaginare che le norme potessero essere rispettate in tutto e per tutto. Anche solo all’intervallo, quando le toilette sono state prese d’assalto: altre code, altri assembramenti, ma nessun problema di ordine pubblico.
Un settore a parte, come spesso accade, è quello dove sono assiepati gli ultras. Più facile il distanziamento per i genoani, meno di un centinaio al terzo blu. Al secondo verde, noto covo per la Curva Nord, di distanziamento se n’è visto poco. I biglietti a disposizione erano comunque la metà dei posti impiantati nello stadio, ma i presenti hanno fatto gruppo. Si sono fatti sentire con la voce e vedere con gli striscioni, dedicati a Giacinto Facchetti (“Facchetti non si tocca!!!”) dopo che ieri era circolata su Twitter la notizia della rimozione della gigantografia della bandiera nerazzurra dal centro per le giovanili (pare per una ristrutturazione al termine della quale l’immagine originale tornerà al suo posto col nuovo brand) e per Gabriele Oriali (“Chi l’Inter ha sempre onorato da noi verrà eternamente osannato!!! Grazie Oriali”).