San Babila, via le opere di Palombo "Non pensavo di essere a M-Iran Grave censurare l’arte di strada"

Tolti i pannelli sulla maternità surrogata con i ritratti di Meloni e Schlein. Poi coperti quelli con Falcone e Jolie. L’autore attacca il Comune. La replica: "Rimozione non decisa da Palazzo Marino, è area di cantiere privato".

San Babila, via le opere di Palombo  "Non pensavo di essere a M-Iran  Grave censurare l’arte di strada"

San Babila, via le opere di Palombo "Non pensavo di essere a M-Iran Grave censurare l’arte di strada"

di Marianna Vazzana

"Questa mattina ho scoperto a mia insaputa di risvegliarmi in un’altra città, nella nuova M-Iran". Lo scrive sul suo profilo Instagram l’artista aleXsandro Palombo che grida alla "censura" scagliandosi contro il Comune di Milano, che a suo dire avrebbe dato l’ordine di rimuovere o coprire tre sue opere realizzate su pannelli del cantiere privato dell’edificio in piazza San Babila dove c’era il Teatro Nuovo. Ma da Palazzo Marino fanno sapere che "la rimozione non dipende dal Comune: è area di cantiere di un edificio privato". "Eppure, le operazioni sono state supervisionate da due agenti di polizia locale", ribatte lo staff dell’artista.

Alle 8, via “Power is female“ con le immagini di Elly Schlein e Giorgia Meloni raffigurate nude e incinte, opera sulla maternità surrogata "troppo politica per qualcuno", commenta l’artista contemporaneo e attivista, nato nel Salento e milanese d’adozione, famoso nel mondo per le sue opere satiriche, riflessive e irriverenti. A mezzogiorno, coperto con un telo grigio il pannello dedicato al giudice Giovanni Falcone, che Palombo aveva realizzato lo scorso 22 febbraio. "Sparito nel giorno della commemorazione delle vittime della strage di Capaci. Un atto gravissimo", aggiunge. Nascosta pure l’immagine della “sua“ Angelina Jolie, ritratta con i segni della mastectomia.

In poche ore, via tutte queste opere. Per quale motivo?

"La spiegazione deve darla Palazzo Marino ma credo che questo tipo di azione si commenti da sé, basta leggere la reazione di migliaia di persone sui social".

Ci può spiegare il significato?

"“Power is female” invita a una considerazione profonda sulla vita, la forza e il coraggio delle donne. Ho voluto scattare un’istantanea del tempo in cui viviamo e celebrare due donne che in questo momento coprono il gradino più alto delle istituzioni. È un’occasione importante per entrambe, potersi confrontare su tematiche femminili: finalmente due donne al potere che possono prendere decisioni per le questioni che riguardano le donne, senza interferenze maschili".

Non è la prima volta che i suoi lavori vengono censurati o vandalizzati: era successo anche all’opera che ritrae i Simpson, al Memoriale della Shoah, ma non solo. Quanto è dura la vita dell’artista di strada?

"La strada è un luogo libero e per certi versi senza controllo, reputo più grave delle azioni vandaliche la censura avvenuta oggi (ieri per chi legge, ndr) da parte del Comune che ha deciso di mettere un velo sulle mie opere, come accadde quando furono “censurate” le statue di nudi ai Musei Capitolini per non turbare il presidente iraniano Hassan Rouhani. In questo caso bisogna capire chi abbiano turbato visto che non siamo in Iran ma in un Paese che ancora si dovrebbe definire democratico".

Che fine hanno fatto le opere rimosse?

"Gli operai del cantiere di piazza San Babila le hanno trasportate in un luogo sicuro ma non sappiamo niente. Quelle che erano state realizzate davanti al consolato dell’Iran (con protagonista Marge Simpson, a favore delle donne e dei giovani iraniani, ndr) sono state salvate dai lavoratori del cantiere di Renzo Piano che le sistemarono in un luogo protetto per poi consegnarcele. Il loro valore etico, storico e culturale è molto importante, hanno contribuito a sostenere le rivolte dei giovani iraniani in tutto il mondo".

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