
Salvatore Accardo da bambino suona sui tetti di Napoli la città dove è cresciuto dopo la nascita a Torino
Milano, 15 gennaio 2017 - «Mi scusi, mi può richiamare? Sto dando lezioni di musica a mia figlia». Quando è a Milano, tra una tournée in giro per il mondo e le lezioni al Centro Stauffer di Cremona, gli piace stare in casa con la famiglia, le due gemelline, Ines e Irene, nate 8 anni fa e la loro mamma, la sua seconda moglie, Laura Gorna, lei pure violinista. È per lei che ha deciso di trasferirsi nel capoluogo lombardo, in un palazzo signorile di zona Porta Venezia. «Una scelta d’amore. In una città a misura d’uomo e che è la capitale italiana della musica». Così, Salvatore Accardo, 75 anni, tra i più grandi violinisti internazionali dei nostri tempi.
Maestro, lei però è di altre origini... «Sono nato a Torino durante la guerra solo perché mia mamma andò a stare da sua sorella per partorire in casa. Poi siamo tornati a Napoli, Torre del Greco, dove sono cresciuto. Con la mia prima moglie ho vissuto a Roma. È stata la mia seconda moglie, di Milano, a portarmi qui 15 anni fa».
Una scelta d’amore... «Si può dire così. Ma anche una scelta di vivere nella città più europea che c’è in Italia. E in quella più musicale. Qui ho ritrovato amici come Pollini, Abbado e altri grandi musicisti internazionali. Un ambiente molto stimolante. E se Napoli è meravigliosa ma difficile da vivere, Roma un po’ troppo dispersiva, Milano è a misura d’uomo: si può fare tutto in un quarto d’ora».
Come si muove di solito? «Con la metropolitana, molto comoda, o con il taxi. Mai in auto: troppo difficile trovare parcheggio. Abito in Porta Venezia, una zona con supermercati e farmacie aperte 24 ore su 24. Abbiamo il parco Indro Montanelli, i giardinetti e la scuola quasi sotto casa. Le bimbe vanno a scuola alle 8.30 e per portarle usciamo un quarto d’ora prima».
È una città baby-friendly? «Ci sono tante opportunità. Al Teatro Elfo Puccini, per esempio, fanno spettacoli per i bambini. Abbiamo visto “Sogno di una notte di mezza estate” e “Alice nel paese delle meraviglie”. Porto spesso le bambine alla Scala, a vedere le opere rivisitate per i più piccoli o il balletto, che amano molto: sono state entusiaste dello “Schiaccianoci” e del “Lago dei cigni”. Domani abbiamo un altro grande appuntamento: andiamo a sentire Pollini».
Com’è cambiata Milano? «Sta cambiando in meglio anche se non so dare un giudizio complessivo visto che esco poco: quando sono in giro per l’Italia o all’estero, ceno nei ristoranti e quando torno mi piace passare le serata in famiglia. Se mangio fuori, vado al Camillo Benso di piazza Cavour: offre piatti di cucina napoletana che mi fanno rivivere i sapori della mia infanzia».
Come giudica il nuovo skyline? «Interessante. Ha dato un tocco di Chicago a Milano».
Lei è molto legato al Conservatorio: ogni anno uno o due concerti. «È un luogo fondamentale per chi vuole fare musica. Inoltre mia suocera vi ha insegnato solfeggio, mia moglie ci si è diplomata. Gli studenti milanesi che vengono a Cremona per seguire i corsi che tengo all’Accademia Stauffer, sono sempre molto preparati».
Dopo il Concerto di Capodanno a Spoleto, quali le prossime mete? «Con l’Orchestra da camera italiana, formata dai migliori allievi della Stauffer, andrò in tournée in Cina. Ormai la Cina conquista tutto, dal calcio alla musica».