
Saldi a Milano
di Annamaria Lazzari
Partenza sottotono per i saldi estivi, partiti ieri a Milano e in tutta la Lombardia. L’effetto del Covid sui consumi è stato genericamente depressivo per i timori economici e amplificato, in centro, dal calo dei turisti stranieri e dalla desertificazione da smart working. Eppure, per una strana eterogenesi dei fini, il post-pandemia si è rivelato un’opportunità per qualche negozio in periferia, a Lorenteggio.
Il movimento di persone non è mancato nelle vie tradizionali dello shopping meneghino, come via Torino, corso Vittorio Emanuele II e Buenos Aires. "Ma c’è viavai anche in via Marghera, via Belfiore e corso Vercelli" afferma Gabriel Meghnagi, presidente delle Vie associative di Confcommercio. Secondo il presidente di Ascobaires, è inopportuno fare un confronto fra il fatturato di ieri e quello del primo giorno dei ribassi del 2019, il 6 luglio. E non solo perché un anno fa i saldi erano parti prima e la pandemia non era un pensiero fisso nella mente di nessuno. "L’unico paragone che si può fare è fra il quarto sabato di luglio del 2019 e il medesimo del 2020. Il calo che si registra è dell’ordine del 50%. Nelle prime tre settimane di luglio era pure peggio, con una diminuzione di fatturato intorno al 75%". Quindi da sabato scorso a ieri c’è stato un incremento del 25% delle vendite. Lo scontrino medio però viaggia attorno ai "70 euro" in Buenos Aires "l’anno scorso era di circa 100 euro". "Le cose sarebbero andate meglio se i saldi fossero partiti a metà giugno" dice Meghnagi. I commercianti sono partiti con uno sconto medio del 40%50%, che di solito arriva col secondo-terzo ribasso, e qualcuno si è pure giocato la carta estrema del 70%. La clientela adesso è quasi esclusivamente italiana con qualche sparuto turista dai Paesi europei, un dato che incide sulle casse degli store del centro. I prodotti più gettonati sono "tutti i prodotti per l’infanzia, l’abbigliamento femminile, soprattutto abiti e pantaloni, calzature, accessori e pelletteria".
"Non sono i soliti saldi. Il fatturato è metà dell’anno scorso. I motivi sono tanti, non c’entra solo la data di partenza. Negli anni scorsi era vietato fare vendite promozionali nei 30 giorni prima dei saldi, quest’anno c’è stata una deroga e quindi molti hanno approfittato degli sconti già nelle scorse settimane, soffocando la smania di shopping sul nascere" riflette Giuliana Mignone, socia dello storico MM Calzature in via Torino. Qui lo scontrino medio è intorno "60 euro" con un ribasso medio intorno al 20%30%.
Sorpresa inattesa invece in via Lorenteggio: il cantiere della M4 ha complicato da anni la vita degli esercenti. Eppure Massimo Monti, titolare di un negozio Kasanova e presidente di Asselor, associazione dei commercianti, sorride. Registra un aumento di fatturato – nel periodo fra il 18 maggio e il 25 luglio – dell’ordine del 40% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Suona strano ma il lockdown gli ha dato un mano: "Le limitazioni di movimento ci hanno fatto conoscere da molti residenti del quartiere" dice. Non solo. Dal giorno della riapertura, il 18 maggio, vanno via come il pane teglie per la pizza, tortiere e pentole: "La permanenza “coatta” in casa nei mesi precedenti ha fatto riscoprire il piacere di cucinare". Anche ieri le pentole, proposte con un ribasso fino all’80%, sono "andate a ruba. Si sentono un po’ tutti cuochi, pizzaioli e pasticceri…".