Piastra Expo, processo d'Appello per Sala si aprirà a marzo

In primo grado il sindaco fu condannato. Da decifrare la strategia difensiva: rinunciare alla prescrizione o puntare sull'evidenza dell'innocenza?

Giuseppe Sala in tribunale

Giuseppe Sala in tribunale

Milano, 4 febbraio 2020 - Si aprirà il 10 marzo davanti alla quarta Corte d'Appello di Milano il processo di secondo grado per il sindaco ed ex ad di Expo Giuseppe Sala, condannato in primo grado a 6 mesi, convertiti in pena pecuniaria di 45mila euro, per aver firmato 2 verbali retrodatati, che servirono a sostituire 2 commissari incompatibili della gara per la Piastra dei servizi.

Intanto, l'accusa di falso materiale e ideologico, che risale al maggio 2012, si è prescritta a fine novembre. I giudici, dunque, nel processo, anche a carico di altri tre imputati, dovrebbero dichiarare la prescrizione del reato, anche se in teoria il sindaco ha la possibilità di rinunciare alla prescrizione. In ulteriore ipotesi, la difesa potrebbe chiedere alla Corte di applicare la norma che prevede di assolvere, malgrado il reato prescritto, se è «evidente» l'innocenza dell'imputato. Il sostituto pg Gaballo ha impugnato la sentenza sulla concessione dell'attenuante dell'aver agito per motivi di «particolare valore morale o sociale» riconosciuta a Sala.

Per il pg Gaballo, che aveva chiesto 13 mesi in primo grado per l'ex ad Expo, l'aver agito al solo fine di evitare ulteriori ritardi dell'evento non può essere considerato motivo di particolare valore morale e sociale, perché non tutta la collettività lo considera prevalente sul bene giuridico della fede pubblica e della trasparenza dell'azione amministrativa. Il sindaco, scrissero i giudici nelle motivazioni della sentenza del 5 luglio scorso, aveva messo la firma sui due verbali «incriminati» ben sapendo che erano retrodatati, ma lo aveva fatto con un «unico» obiettivo: evitare ulteriori ritardi dovuti alla «paventata incompatibilità dei due» componenti della commissione di gara, ritardi che avrebbero messo a rischio la buona riuscita dell'Expo, evento di «preminente interesse nazionale» al quale lo Stato italiano ha dedicato attenzione per via della sua «rilevanza internazionale (...) e degli interessi, economici e non, in gioco».

Si vedrà all'inizio dell'appello se la difesa di Sala, che ha fatto ricorso contro la condanna, deciderà o meno di rinunciare alla prescrizione o punterà sull'evidenza dell'innocenza, che da norme deve prevalere per i giudici sulla declaratoria di prescrizione. Il pg ha impugnato anche l'assoluzione dell'ex manager Expo Angelo Paris, che era coimputato per il falso. La parte più corposa dell'atto di impugnazione riguarda, però, l'assoluzione dell'ex dg di Ilspa Antonio Rognoni dalla turbativa d'asta (altra accusa che nel frattempo si è prescritta). L'ultimo motivo di appello è contro l'assoluzione dal tentato abuso di ufficio contestato a Paris e Piergiorgio Baita, ex presidente della Mantovani spa

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