Caso Expo, la procura insiste: "Sala vada a processo". La difesa: "Va prosciolto"

Secondo i pg, non ci sarebbe stata nessuna urgenza per giustificare l'affidamento diretto della fornitura di 6mila alberi. Il sindaco: Vado avanti fiducioso£

Giuseppe Sala quando era ad di Expo

Giuseppe Sala quando era ad di Expo

Milano, 8 marzo 2018 -  Il sindaco di Milano Giuseppe Sala deve andare a processo, in qualità di ex ad di Expo, con l'accusa di abuso d'ufficio perché avrebbe violato una serie di norme, tra cui quelle del Codice degli appalti, nell'affidamento diretto senza gara di una fornitura di 6mila alberi alla Mantovani spa. Lo hanno sostenuto i sostituti pg Vincenzo Calia e Massimo Gaballo ribadendo in fase di udienza preliminare la richiesta di rinvio a giudizio per Sala e gli altri imputati nel procedimento sull'appalto della Piastra dei servizi. 

Sala, già a processo per l'accusa di falso, risponde con l'ex manager Expo Angelo Paris, davanti al gup Giovanna Campanile, di abuso d'ufficio in relazione all'assegnazione senza gara alla Mantovani spa della fornitura di alberi ed arbusti per arredare il sito espositivo, parte del capitolo del 'verde' del maxi appalto sulla Piastra. Affidamento che, secondo i pg, avrebbe causato "un danno di particolare gravità" a Expo 2015 spa e che sarebbe avvenuto violando alcune norme del Codice degli appalti. Per l'accusa, tra l'altro, l'affidamento diretto ha riconosciuto all'impresa un importo di 4,3 milioni di euro, quando "invece l'effettivo valore" di quei lavori "era di gran lunga inferiore", tanto che il subappalto "all'Ati Zelari-Euroambiente aveva un costo inferiore a 1,7 milioni". In questo modo, Sala e Paris il 23 ottobre 2013 avrebbero procurato alla Mantovani "l'ingiusto vantaggio patrimoniale pari alla differenza tra i due importi". Nel loro intervento (udienza a porte chiuse) i pg, da quanto si è saputo, si sono soffermati molto sulla posizione di Sala, dopo aver affrontato questioni procedurali sull'utilizzo di atti e intercettazioni. E hanno evidenziato che, a loro dire, l'illecito contestato al sindaco sussiste perché è avvenuta la violazione delle norme con vantaggio patrimoniale per la Mantovani.

"Mi pare scontato, non avrebbero potuto fare in modo diverso, posto che sono alcuni anni che tengono questa posizione, proprio questa volta non mi sarei aspettato nient'altro, io vado avanti fiducioso", ha subito risposto il primo cittadino.  Poi, è arrivata anche la replica della sua difesa. "Giuseppe Sala va prosciolto già in udienza preliminare perché l'accusa di abuso d'ufficio contestata all'ex ad Expo e sindaco di Milano non sussiste perché non ha violato la legge e non c'è stata alcuna volontà da parte sua di procurare un ingiusto vantaggio patrimoniale con l'affidamento diretto della fornitura di alberi alla Mantovani", ha detto davanti al gup il legale Salvatore Scuto che assiste il sindaco di Milano assieme al legale Stefano Nespor - . E ha spiegato:  "Oggi, nel 2018 inforcare gli occhiali e dire che nel 2013 non ci fosse un'urgenza è assai fuori dalla realtà, una cosa che non dovrebbe essere nemmeno presa in considerazione".

Già in una memoria difensiva depositata nei mesi scorsi la difesa di Sala aveva messo in luce come "in forza di regole stabilite dal presidente del Consiglio dei Ministri fin dal 2007 (...) il Commissario delegato per la realizzazione di Expo 2015 era stato autorizzato ad avvalersi di deroghe ad una serie di disposizioni della normativa ordinaria (in particolare del codice degli appalti pubblici)". Deroghe dovute, secondo la difesa, alle necessità dell'allora ad e commissario straordinario di procedere con tempi strettissimi, evitando così "un danno enorme in termini di immagine all'Italia e a Milano".  Per la Procura generale, che ha contestato tre violazioni di un articolo del codice degli appalti, invece, Sala non aveva quel potere di deroga e, in ogni caso, avrebbe dovuto esercitarlo all'interno delle normative europee e, inoltre, ci sarebbe stato tutto il tempo per bandire una gara per quella fornitura.  Nella prossima udienza del 22 marzo concluderanno gli interventi le difese (tra cui quelle dell'ex manager Angelo Paris e dell'ex dg Ilspa Antonio Rognoni) e poi dovrebbe arrivare la decisione del gup sui rinvii a giudizio o meno.

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