Romeo, Giulietta e il Gratosoglio: ecco il docufilm inter-culturale

Musulmani e cristiani, con genitori originari dei continenti più diversi. Tutti sono stati invitati a discutere e recitare l'opera di Shakespeare assieme a due veri attori

Quattro ragazzi del cast  di “Who’s Romeo” con il regista Giovanni Covini e la coautrice Valentina Malcotti

Quattro ragazzi del cast di “Who’s Romeo” con il regista Giovanni Covini e la coautrice Valentina Malcotti

Milano, 27 marzo 2019 - La lezione di speranza e vitalità dei ragazzi del Gratosoglio. Raccontati dal regista milanese Giovanni Covini nel docufilm «Who’s Romeo», che sarà proiettato stasera alla Casa della Cultura e al Cinemino il primo aprile. Il regista ha filmato per due anni, dalla fine del 2016, quattro ragazze che all’inizio avevano tra i 16 e 17 anni e due ragazzi coetanei, abitanti nello stesso quartiere di Milano alla periferia Sud. Sono musulmani e cristiani, studiosi di licei o di istituti professionali, con genitori originari dei continenti più diversi. Tutti sono stati invitati a discutere e recitare “Romeo e Giulietta” di Shakespeare assieme a due veri attori teatrali, Rosario Lisma e Francesco Migliaccio.

«Il film però non racconta la messa in scena del dramma ma il confronto dei ragazzi con il testo», chiarisce Covini. L’idea di questo docufilm nasce dall’attentato del 14 luglio del 2016 a Nizza, dall’esigenza di una riflessione sociale. «Sentivo il bisogno di incontrare dei giovani di entrambe le civiltà», spiega il regista. È stato il Centro Asteria, il centro culturale delle suore Dorotee, che grazie a Fondazione Cariplo ha prodotto il film – il primo della sua storia – a mettere in contatto il regista con i ragazzi del Gratosoglio. Come dice suor Elisabetta, il progetto rispecchia il loro «impegno per il dialogo inter-culturale».

Perché Shakespeare? «Romeo e Giulietta è la storia di un ragazzo che scavalca un muro per amore, e questo Romeo che scavalca sta dentro ognuno di noi» dice il regista. Anche in quella tragedia c’è una guerra, quella fra Montecchi e Capuleti. «La guerra è quella dei più grandi – spiega Covini –. Lo stesso per questi ragazzi: la dicotomia fra cristiani e musulmani, italiani e stranieri, presente nella mente degli adulti, per loro non è tale». I versi del drammaturgo suscitano interrogativi ai ragazzi, che fanno domande, nei novanta minuti del film, a una vera poliziotta, a una coppia mista, un prete, un poeta, un’educatrice musulmana, un filosofo. «Per loro è stato un percorso di consapevolezza», spiega Valentina Malcotti, attrice che insieme al regista firma il soggetto. «Questo progetto ci ha cambiato dentro», assicura a nome di tutti Valentina Bogdan, una delle ragazze coinvolte con Marilyn Adjalo, Assala Chahhoub, Laila Migdadi.

Nessuno dei protagonisti si è «sdraiato»: Valentina studia all’istituto tecnico e di sera lavora come bartender sui Navigli. Leonardo Carralero oggi vive a Londra, mentre Jacopo Cremona, l’unico di origine milanese, ha scelto dopo questa esperienza di frequentare il corso propedeutico di recitazione alla «Paolo Grassi». Realizzato con un budget di soli cinquemila euro, «Who’s Romeo» è in concorso al festival americano di Port Orchard.

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