Un’altra croce piantata a Rogoredo. Un altro eroinomane travolto da un treno mentre stava andando a procurandosi una dose dagli spacciatori di "nera", migrati verso San Donato dopo lo smantellamento del boschetto di via Sant’Arialdo. Il tragico incidente è avvenuto qualche minuto prima delle 15.30 di ieri ad alcune centinaia di metri di distanza dalle banchine della stazione ferroviaria: l’uomo ha attraversato i binari senza accorgersi che proprio in quel momento stava arrivando un Intercity diretto a Ventimiglia con più di 400 passeggeri a bordo. Il convoglio, che era soltanto di passaggio a Rogoredo, stava viaggiando a una velocità di circa 120 chilometri orari: il macchinista non ha avuto alcuna possibilità di abbozzare la frenata per evitare l’impatto. Per il tossicodipendente, che non è stato ancora identificato perché non aveva con sé i documenti, non c’è stato nulla da fare: i sanitari di Areu, arrivati con ambulanza e auto medica, non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso.
Il drammatico schianto ha avuto inevitabili ripercussioni sulla circolazione dei treni: mezz’ora di ritardo per l’Alta velocità, tabella di marcia rallentata per otto regionali. Le indagini sono state affidate agli agenti della Polfer, con i colleghi della Scientifica impegnati nei rilievi: alcune siringhe ritrovate nelle tasche del morto hanno subito fatto ipotizzare agli investigatori che l’uomo, di carnagione chiara e di un’età apparente di circa quarant’anni, fosse un eroinomane. Uno di quei fantasmi che popolano ancora un territorio che per anni è stato centro di gravità permanente per migliaia di tossicodipendenti, che arrivavano da tutto il Nord Italia per acquistare droga a buon mercato. Fino al 2019, quando il piano della Prefettura ha restituito il parco Cassinis a residenti, runner e ciclisti. Tuttavia, i pusher non hanno mai abbandonato la zona: si sono spostati più a sud, lungo la ferrovia, per aggirare la pressione delle forze dell’ordine e continuare a smerciare stupefacenti al dettaglio.
E dietro di loro si sono accodati gli irriducibili del "buco", disposti a rischiosissime incursioni sulla massicciata e incuranti di controlli di polizia e Daspo urbani. Irriducibili come Nina L., 44 anni, morta sotto un treno la sera del 28 febbraio scorso. Ieri l’ennesima tragedia.