Milano – Un duo eccezionale veramente. Roberto Lipari e Sergio Friscia sono attualmente i conduttori del tg satirico “Striscia la notizia”, ideato dal geniale Antonio Ricci. Simpatici e scanzonati, ogni sera li trovate su Canale 5.
Cosa vuol dire essere al timone del programma?
Roberto: “Striscia è un’istituzione. Nel linguaggio usuale si suol dire: “Questa cosa sarebbe da Striscia la notizia”. Essere dalla parte del bancone, per me, è davvero un onore, un po’ come far parte della storia del mondo della tv”.
Sergio: “Ogni volta che sono dietro al bancone, è come tornare a casa, tra amici, ed è sempre una festa. Questo, credo, arrivi anche al pubblico. E molti asseriscono di divertirsi con noi”.
A che è dovuta la longevità di Striscia?
Roberto: “Vi si fa satira politica, si analizzano e denunciano storture esistenti. L’Italia, sotto questo aspetto, è un paese meravigliosamente amico, in quanto fornisce molti elementi: le opere incompiute, i politici inaffidabili sono Made in Italy. Un tale programma potrebbe non finire mai…”
Sergio: “È un servizio pubblico. Affronta e risolve casi difficili, spesso svolgendo compiti spettanti allo Stato. Tanti bravi inviati sono in prima linea, per denunciare tristi realtà esistenti”.
Pregio e difetto del compagno d’avventura.
Roberto: “Come l’orso Yoghi, durante le registrazioni mi ruba il cibo che serbo. Il vantaggio? Sottraendomelo, perdo peso. È anche il mio personal trainer, il mio dietologo, involontariamente”.
Sergio: “Siamo diversi. Inizialmente si preparava molto. Poi, l’ho convinto a seguire l’istinto. Allora abbiamo iniziato a giocare, a ridere a crepapelle. Un suo pregio? Mi ha seguito nella follia. Un difetto? Forse è magrissimo e mi fa sembrare ancora più robusto…”
Ma se gli ruba il cibo…
Sergio: “Glielo rubavo. Adesso sono a dieta ferrea. Dice bugie…”
Cosa la fa più ridere dell’altro?
Roberto: “È un portatore di gioia. Trasmette una serenità enorme. Anche la “consistenza” lo aiuta. È come un enorme antistress, le palline che si stringono nella mano. Infatti, ha la stessa forma e solidità. Trovatevi tutti un Friscia nella vita!”
Sergio: “Mi fa ridere per il suo entusiasmo. Insieme funzioniamo alla grande. Nonostante la giovane età, è molto profondo, sensibile, un compagno di avventura straordinario”.
Il segreto del successo della vostra coppia?
Roberto: “Noi stessi. Siamo una coppia solo per Striscia o quando giriamo un film. Questo non ci usura, come accade ad altri. Quando ci vediamo, è come incontrare, dopo l’estate, i compagni in classe, seduti all’ultimo banco”.
Sergio: “Apparteniamo a due generazioni diverse, abbiamo metodi di lavoro e caratteri diversi, ma che si sposano bene. Quando Antonio ci coinvolge, ci sediamo accanto, ci divertiamo e, poi, ognuno procede per suo conto”.
Il momento cult del programma?
Roberto: “Quando Friscia, io e Ibrahimovic eravamo dietro lo stesso bancone. Momento memorabile! E, poi, quando abbiamo lanciato il fuori onda di Giambruno. Se n’è parlato tanto. Ci siamo sentiti al centro dell’informazione mondiale”.
Sergio: “Ogni istante trascorso in redazione. Sembra un villaggio turistico ed è una delle poche oasi felici nel panorama televisivo”.
Il rapporto con Milano?
Roberto: “È stata per me l’America. È accogliente, forse perché piena di “terroni”. È costruita, infatti, anche da chi è venuto da fuori e sapeva di trovarvi una ricchezza. Ed io qui da sempre sono stato così trattato”.
Sergio: “A Roma mi sento meno tranquillo che a Milano, abitata da tanti siciliani… È come una succursale della mia Palermo. È più vivibile, rispetto ad una Roma caotica, con traffico intenso, topi che sembrano cinghiali”.
L’inchiesta sulle curve di San Siro?
Roberto: “Mi dispiace quando si passa ad altro argomento, di cui il calcio diviene lo sfondo. Prima era solo un gioco”.
Sergio: “Non riguarda solo San Siro. È un mondo non controllabile, non l’ho mai sposato, perché laddove ci sono scommesse, denaro, interessi, la delinquenza è dietro l’angolo”.
Di che colore è questa città?
Roberto: “Giallo zafferano. È una città che può diventare un’occasione, può splendere come tutti i colori gialli, che vengono colpiti dalla luce, anche se a volte può essere un po’ più scura”.
Sergio: “A parte questa settimana, in cui il grigio l’ha fatta da padrone, è verde per i parchi. Anzi, è di più colori vivi, addirittura fosforescenti”.