Rivolta contro la polizia in via Padova, chi sono gli arrestati: i precedenti, la fuga dalle comunità, le bugie sull’età

Milano, il profilo dei giovanissimi nordafricani accusati della rapina di un orologio di lusso: il loro fermo ha scatenato un’aggressione di massa contro gli agenti

L’aggressione in via dei Giardini ripresa da una telecamera

L’aggressione in via dei Giardini ripresa da una telecamera

Milano – Arrestati a cinquanta minuti di distanza l'uno dall'altro. Incastrati dal sistema di riconoscimento facciale. Così, giovedì pomeriggio, sono finiti in manette il 19enne marocchino L.O. e il 17enne algerino H.F., che, secondo le indagini della Squadra mobile, erano con il 17enne marocchino bloccato in flagranza venerdì scorso per la rapina di un Audemars Piguet da 20mila euro in via dei Giardini.

Le indagini

L’inchiesta sui due fuggitivi scatta subito dopo l'arresto del minorenne nordafricano - che nel tentativo di scappare ha anche rotto ossa nasali e setto nasale a una poliziotta - e si concentra sull'analisi dei filmati registrati dalle telecamere di videosorveglianza installate in zona Quadrilatero: si vedono i tre rapinatori che aggrediscono alle spalle un turista montenegrino che sta passeggiando col figlio e gli strappano dal polso il cronografo di lusso. Un occhio elettronico di via Croce Rossa ha immortalato i volti dei tre nordafricani.

La cicatrice sulla testa

Le facce dei due fuggitivi vengono inserite nel sistema di riconoscimento facciale Sari e confrontate con i volti schedati. Il primo a essere identificato è O.L.: in banca dati risulta solo un controllo a Milano il 23 febbraio, quando è stato indagato per spaccio; in quell'occasione, il ragazzo si è dichiarato minorenne ed è stato affidato a Casa Jannacci di viale Ortles, dalla quale si è subito allontanato. Alle 17.50 di giovedì, due agenti di un equipaggio dei Falchi della Mobile, guidati dal dirigente reggente Domenico Balsamo e dal funzionario Michele Scarola, notano in viale Monza un ragazzo che somiglia molto a O.L. All'altezza del civico 60, i poliziotti in borghese lo fermano per un controllo: lui dice di essere nato in Marocco nel giugno 2008, anche se gli esami del Labanof della Statale stabiliranno che ha almeno 19 anni e non 15. All'improvviso, il nordafricano prova a scappare, ma i poliziotti lo bloccano dopo alcuni metri. In Questura, emerge un altro particolare che dà un’ulteriore prova del coinvolgimento di O.L. nel colpo di via dei Giardini: una cicatrice sul lato destro della testa. D'intesa con il pm di turno Rossana Guareschi, scatta il fermo di polizia giudiziaria per rapina aggravata in concorso e il trasferimento a San Vittore.

Il secondo in trappola

Nel frattempo, un’altra pattuglia dei Falchi ha individuato il secondo sospettato, il 17enne algerino H.F. Pure a lui ci sono arrivati con il sistema di riconoscimento facciale: il suo volto schedato è associato a diversi precedenti penali e di polizia per reati contro il patrimonio. In particolare, il 6 giugno 2023 è stato arrestato in esecuzione di un'ordinanza per una serie di furti in negozi e farmacie. Poco più di un mese dopo, è stato denunciato per aver tentato di evadere dal minorile Malaspina di Palermo. Il 13 novembre, infine, la misura cautelare è stata sostituita con quella del collocamento in una comunità in provincia di Catania, dalla quale si è allontanato rendendosi irreperibile.

La rivolta anti-polizia

Alle 18.40 di giovedì, i Falchi lo riconoscono in un ristorante all'incrocio tra via Padova e via dei Transiti. A quel punto, gli agenti contattano i colleghi per organizzare un controllo degli avventori dell'esercizio commerciale, ma il ragazzo esce inaspettatamente dal locale. I poliziotti decidono di intervenire subito per evitare che si allontani e lo accompagnano vicino all'auto di servizio. Quando H.F. si accorge che non si tratta di una verifica di routine, riesce a divincolarsi e a correre verso il ristorante, ma viene subito fermato: ne nasce una colluttazione, durante la quale il 17enne urla a squarciagola in arabo per richiamare gli amici. La tensione sale in un attimo: alcune decine di nordafricani, con qualche antagonista del centro sociale T28 a dar manforte, si avvicinano minacciosi e aggrediscono gli agenti, scagliando tutto quello che hanno a portata di mano per impedire l'arresto. In quei secondi, arriva il provvidenziale ausilio di altri equipaggi, che aiutano i colleghi a disperdere la folla e a portare a termine l'intervento. Accompagnato in via Fatebenefratelli, il giovanissimo algerino viene sottoposto a fermo, d'intesa con il pm della Procura per i minorenni Chiara De Iorio, e portato al Beccaria. Uno dei poliziotti che l'ha ammanettato si reca al pronto soccorso del Fatebenefratelli per un dolore al ginocchio: gli verrà diagnosticata una contusione distorsiva, guaribile in 7 giorni.

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