Vincenzo
Carolla*
Nell’orizzonte di 5-10 anni, i rischi ambientali saranno quelli che hanno maggiori probabilità di realizzarsi e con il maggiore impatto, con una conseguente perdita di biodiversità, crisi delle risorse naturali e possibili disastri naturali. Nel quadro delle azioni a tutela dell’ambiente, “Fit for 55” è un pacchetto della CE di proposte legislative sul clima volte a ridurre le emissioni di gas serra del 55% entro il 2030; tra queste ci sono la revisione delle regole per il mercato del gas, il miglioramento del rendimento energetico degli edifici, misure per la mobilità verde e misure per affrontare gli aspetti sociali della transizione climatica. La transizione verde è inevitabile e ha degli obiettivi a lungo termine, ma nel breve richiede sforzi, investimenti e resilienza. La UE afferma che con le giuste azioni e politiche in atto, la transizione verde ha il potenziale di rigenerare l’economia e creare circa 2 milioni di posti di lavoro in più entro il 2050, ma nel ‘presente’ è importante che l’UE fornisca un sostegno mirato alle regioni, alle industrie, ai lavoratori e alle famiglie per evitare tensioni e conflitti sociali. Le aziende che dovranno sostenere costi crescenti potrebbero aver bisogno di investimenti più elevati di quelli previsti per far fronte agli ambiziosi obiettivi di Fit for 55. Le imprese oggi giocano un ruolo sociale e di leadership. Il più recente ‘Edelman Trust Barometer‘ denuncia che a fronte di una riduzione di fiducia nei governi e nei media, rimane stabile o sale la fiducia nel ‘business’, le imprese sono oggi viste come le uniche istituzioni competenti ed etiche. Essere consapevoli di questo comporta che imprenditori e leader aziendali guardino anche ai rischi in modo diverso, anticipandoli per trasformarli in opportunità. Allargando i propri orizzonti e collaborando, le aziende possono farsi costruttrici di un’economia solida, generosa, di una società più giusta.
* Managing Partner
IMC Group