
di Simona Ballatore
"Vi ricordate “L’attimo fuggente“ e il professor Keating? Ecco, la matematica è stato il mio banco, ci sono salita sopra, mi ha fatto guardare le cose da angolazioni diverse e per questo ho deciso di insegnarla. È un periodo complesso per la scuola: la matematica può aiutarci a superare gli ostacoli e ci rende liberi". Lorella Carimali, professoressa del liceo scientifico Vittorio Veneto, selezionata fra i 50 migliori professori al mondo al Global Teacher Prize 2018, in questi mesi è stata ingaggiata - come volontaria - nella Commissione tecnica per la ripartenza della scuola e ha firmato un secondo libro per Rizzoli: “L’equazione della libertà”.
Che inizia dal primo giorno di scuola...
"Un momento fondamentale per abbattere la diffidenza fra alunni e professori e capire chi hai di fronte. Io mi metto in ascolto: chiedo i loro pensieri sulla matematica, perché la matematica è spesso circondata da pregiudizi. Anche nel libro sono partita dalle loro obiezioni, che sono sostanzialmente otto; da professoressa di matematica ho analizzato i dati e dato voce a otto riflessioni per dimostrare - attraverso la voce degli studenti - che la matematica è per tutti e per tutte. La prima contestazione è sempre la stessa: la matematica è difficile. Soffrire di vertigini e camminare su una fune alta diversi metri è difficile, ma affrontare tutto con i piedi ben piantati a terra è diverso. Le pagine non vogliono essere assiomi da accettare acriticamete, ma banchi su cui salire per vedere le cose da un’altra prospettiva".
Alla vigilia della riapertura, cosa si vede da lassù?
"Sono preoccupata. Soprattutto per le aree fragili, gli studenti in difficoltà, per il personale che manca. La scuola è una comunità, un gruppo in cammino verso una maggiore consapevolezza, un “noi”. Forse è questo che non si è capito, si è pensato alla scuola come edificio e si è persa la visione di insieme".
Lei è stata nel gruppo tecnico questa estate. Cos’è emerso?
"Non ci siamo occupati di banchi, mascherine e sanificazione. Eravamo 18 esperti di vario tipo e abbiamo lavorato per senso civico, consegnando al ministero due documenti a maggio e luglio. Abbiamo suggerito come prestare attenzione alle fragilità, di fermare il dimensionamento delle scuole per quest’anno, di partire con un 10-15% di personale in più. E abbiamo proposto scenari per la costruzione della scuola del futuro".
Che ne sarà di questi dossier?
"Li abbiamo consegnati alla ministra e speriamo che vengano utilizzati e sia l’avvio di un dibattito pubblico che metta la scuola come priorità per il Paese. Noi stiamo continuando a lavorare. Per esempio col “gruppo Bianchi” stiamo progettando “Steam Space”, si parte dalle materie scientifiche e dall’arte ricostruendo gli spazi insieme ad alunni e insegnanti. Per l’asilo e la primaria stiamo lavorando con la matematica, perché non deve fare paura, per le medie sul metodo scientifico. Ripensiamo anche gli arredi, rilanciando il made in Italy. Stiamo coinvolgendo Confindustria e le aziende. Si è creato un gruppo che ha dedicato il suo tempo per il rilancio della scuola e ci crede, andremo avanti cercando anche risorse nostre".
Un messaggio agli studenti?
"I ragazzi e le ragazze che ho incontrato in questi anni sono i libro di testo che mi fanno andare avanti. A loro dico: abbiamo le vostre stesse paure, alleniamo il pensiero matematico e le supereremo insieme. Saliamo sul banco della matematica".