"Rincari fino al 30% per spedire a Londra i nostri panettoni"

Incognita sui certificati bio. Piccoli produttori penalizzati

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"Maggiori costi per le spedizioni, burocrazia, pratiche doganali più impegnative, incertezze sulle certificazioni bio". Riccardo Stefanelli stila un lungo elenco dei disagi per far arrivare nel Regno Unito i panettoni artigianali prodotti da Evvivo a Milano. Per il dolce simbolo del capoluogo lombardo, oltremanica c’è un mercato florido, con un gradimento che cresce anno dopo anno. E i paletti posti dalla Brexit, anche senza dazi, rischiano di pesare soprattutto sulle spalle delle piccole imprese.

Quanto vale, per voi, il mercato britannico?

"Noi, che siamo una piccola impresa, esportiamo prodotti per un valore di circa 150mila euro all’anno. Il Regno Unito vale circa 70mila euro. Per noi è tradizionalmente un mercato chiave, grazie anche alla presenza di un cliente importante come la catena di supermercati Planet Organic".

Che costo avrà la Brexit per la vostra azienda?

"Le società alle quale ci appoggiamo per il trasporto internazionale hanno già applicato rincari del 20-30% sulle spedizioni, motivandoli con il fatto che per loro sono aumentati i costi. Quindi, anche senza dazi, ci saranno ripercussioni pesanti. Siamo preoccupati, anche se non vediamo ancora gli effetti perché in questo periodo, dopo Natale, le nostre attività rallentano. Nei prossimi mesi quantificheremo le spese aggiuntive che, anche in termini di burocrazia, non saranno indifferenti. Poi c’è un altro grosso tema...".

Quale?

"Mentre finora la nostra certificazione bio europea aveva valore anche nel Regno Unito adesso è tutto sospeso nel nulla. Ora bisogna capire come verrà risolto il problema dell’equivalenza fra la nostra certificazione e la loro. In ogni caso, per sintetizzare, la catena commerciale diventa più lenta e si crea un imbuto per i prodotti".

I vostri panettoni costeranno di più per i clienti inglesi?

"Sicuramente se noi dovremo sostenere costi aggiuntivi saremo costretti ad aumentare il prezzo, questa è una regola che vale per tutti i tipi di prodotto. Le grosse industrie avranno meno problemi, a differenza dei piccoli".

Temete di perdere quote in quel mercato?

"Valuteremo l’impatto economico e speriamo di non essere costretti ad abbandonarlo, anche perché per noi il 2020 è stato un anno positivo. Di fronte a queste incertezze il nostro Governo potrebbe fare molto di più, investendo nello sviluppo di una cultura del cibo italiano, la nostra eccellenza".

Andrea Gianni

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