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Rimborsi su protesi e medicinali Il processo trasferito a Monza

MILANO

È stato trasferito "per competenza territoriale" al tribunale di Monza il processo per una presunta truffa ai danni di Regione Lombardia con al centro i rimborsi su farmaci e protesi acquistati da alcune multinazionali e nel quale figurano come imputate otto persone, tra cui Nicola Bedin, allora ad pro-tempore dell’ospedale San Raffaele e ora presidente di Snam, e le società Novartis e Bayer. Lo ha deciso l’undicesima sezione penale del tribunale accogliendo l’istanza del difensore di Bedin, l’avvocato Ermenegildo Costabile. Nel procedimento, scaturito dall’inchiesta del pm milanese Paolo Storari, cinque ospedali del Gruppo San Donato hanno già patteggiato una pena pecuniaria di 200mila euro ciascuno. E il gruppo San Donato aveva già offerto alla Regione un risarcimento complessivo di 22 milioni di euro, oltre ai 10 milioni già versati in passato. Il pm Storari, davanti al gup, aveva formulato contestazioni suppletive e nuove accuse per alcuni imputati: il reato di associazione per delinquere per quattro persone e la seconda ipotesi di truffa sulle protesi (reati entrambi non contestati a Bedin) che, in base alle indagini, avrebbe ricalcato lo schema di quella sui medicinali e aveva portato la Gdf a sequestrare 34,7 milioni di euro a carico del Gruppo San Donato.

Tra coloro che sono a processo Massimo Stefanato, ai tempi rappresentante dell’ufficio acquisti del San Raffaele, e Mario Giacomo Cavallazzi, ex responsabile dei servizi di farmacia. I giudici hanno deciso per il trasferimento del procedimento a Monza perché là sarebbe stato commesso uno dei primi reati, cioè l’incasso del primo profitto derivante dalla presunta truffa.