Milano, rifiuti illegali: corrotto addetto Amsa

Indagine dei ghisa di Zona 8: gps e fototrappole per smascherare lo smaltimento illecito di materiale edile

Un dipendente Amsa si sarebbe fatto pagare per smaltimenti illeciti

Un dipendente Amsa si sarebbe fatto pagare per smaltimenti illeciti

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L’uomo in tuta blu e giubbotto catarifrangente giallo si avvicina, prende qualcosa dalla mano dell’interlocutore, saluta e sale a bordo del mezzo per la raccolta rifiuti. È il filmato che, secondo la ricostruzione della Procura, dimostra che un dipendente Amsa si sarebbe fatto pagare per lo smaltimento illecito, anche se l’entità del pagamento non è stata accertata: si scorge sì una banconota da 20 euro, ma non è chiaro se si tratti di un esemplare unico o di una mazzetta.Tanto è bastato comunque per affibbiare pure l’accusa di corruzione al sessantenne addetto dell’ex municipalizzata (che deve rispondere anche di peculato), in concorso con il titolare di un’impresa edile di Settimo Milanese che lo avrebbe "assoldato" per liberarsi degli scarti da cantiere. L’inchiesta si è chiusa nei giorni scorsi, e nel registro degli indagati risultano iscritti pure due dipendenti della ditta individuale, entrambi quarantenni rispettivamente di origine albanese e nigeriana.

Gli accertamenti investigativi scattano nel dicembre scorso, quando i vigili del Nucleo motociclisti del Comando decentrato 8 notano a più riprese in via Chiasserini, alla Bovisasca, la presenza contemporanea del mezzo Amsa e di due autocarri dell’azienda. In teoria non ci sarebbe niente di strano (e in effetti passanti e residenti non danno l’allarme proprio perché rassicurati dalla presenza dell’addetto in livrea da lavoro), ma i ghisa, impegnati da tempo nei controlli sul territorio per contrastare il fenomeno dell’abbandono di rifiuti in strada, capiscono subito che quel traffico è sospetto.

Così iniziano ad approfondire la questione, con la collaborazione dei colleghi dell’Ufficio Pg esterna di Zona 8 e servendosi anche di localizzatori Gps e di fototrappole per documentare ciò che accade sotto i loro occhi. Le immagini cristallizzano la situazione e svelano il modus operandi del dipendente Amsa. Che adotta due tecniche. La prima: si dà appuntamento col titolare della ditta in via Chiasserini e sposta direttamente, con l’aiuto degli operai, i rifiuti sul mezzo aziendale; poi si reca in discarica e riferisce di aver trovato quel materiale in stato di abbandono. La seconda: invia una segnalazione ad Amsa sulla presenza di rifiuti da rimuovere e innesca così l’intervento di ditte specializzate nel trattamento di rifiuti speciali (per un ammontare calcolato in 13mila euro).

Un sistema che è andato avanti dalla fine dello scorso anno a metà maggio e che evidentemente ha garantito alla ditta di Settimo ingenti risparmi sul fronte dello smaltimento regolare dei rifiuti prodotti nei cantieri. Nel corso delle indagini, gli agenti hanno accertato pure l’abbandono di almeno 20 estintori e di 40 taniche contenenti liquidi pericolosi di varia natura, compresi rifiuti di industria grafica e oli esausti (subito sequestrati). "Un’ottima attività di indagine della polizia locale, che, con l’ausilio delle fototrappole, ha interrotto l’abbandono illecito di rifiuti e ha permesso di liberare l’area di via Chiasserini – ha affermato l’assessore alla Sicurezza Marco Granelli –. Sono importanti la presenza capillare sul territorio degli agenti, la verifica delle segnalazioni e la tecnologia. Sappiamo che esistono a Milano aree critiche per l’abbandono dei rifiuti e per questo, in collaborazione con Amsa, stiamo incrementando la rete di videosorveglianza che ha già dimostrato la sua efficacia". Dal canto suo, Amsa fa sapere di aver "immediatamente e completamente collaborato alle indagini".

 

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