NICOLA PALMA e GIULIA BONEZZI
Cronaca

La notte per locali, l’auto rubata all’amico e il ciclista travolto: com’è morto Adnan Qasim

Preso il ventiduenne accusato di aver investito e ucciso il rider pakistano. Il proprietario della Fiat Punto: “Ha finto un malore e me l’ha rubata”. Conducente rintracciato alla stazione di Rogoredo

Rider travolto e ucciso: i rilievi dei ghisa per ricostruire la vicenda (foto archivio)

Rider travolto e ucciso: i rilievi dei ghisa per ricostruire la vicenda (foto archivio)

MILANO – La serata nei locali. Poi il finto malore e il furto della macchina. Il tamponamento mortale e la fuga senza prestare soccorso a un ciclista che morirà qualche ora dopo in ospedale. L’auto abbandonata a poche centinaia di metri di distanza e la fuga a piedi. L’indagine dei ghisa e la denuncia a piede libero per omicidio stradale e omissione di soccorso.

Frame dalla tragica notte di Ponte Lambro, costata la vita al trentaquattrenne pakistano Adnan Qasim, residente a Sesto San Giovanni, che al momento dell’investimento stava probabilmente tornando a casa in bicicletta dopo aver terminato il turno da rider per una società di consegne a domicilio. La ricostruzione della storia ci porta inizialmente in centro città. Lì un ventiduenne italiano e un amico trascorrono la serata di domenica in giro per alcuni locali. Alle 23, i due sono a bordo della Fiat Punto del secondo: in zona largo Augusto, stando a quanto ricostruito dagli investigatori del Radiomobile della polizia locale, il passeggero ventiduenne accusa un malore, o molto più verosimilmente (e col senno di poi) finge di accusarlo. Il conducente ferma l’utilitaria per dargli una mano.

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I due scendono, ma all’improvviso – nel racconto messo a verbale dal proprietario della Punto – il ventiduenne risale in macchina, ingrana la prima e riparte, lasciando lì l’altro. Diversi minuti dopo, la scena si sposta in estrema periferia: la Fiat guidata dal ventiduenne sta percorrendo via Camaldoli a Ponte Lambro. Sulla stessa carreggiata, quella che da San Donato Milanese porta in via Rilke, c’è pure la bicicletta di Adnan: per motivi ancora da accertare, la Punto gli va addosso attorno alle 23.30, facendo rovinare a terra l’uomo che aveva compiuto 34 anni lo scorso 13 marzo. Una telecamera riprende parzialmente la scena: si vede il ventiduenne che scende per accertarsi delle condizioni del ferito e poi risale in auto per allontanarsi senza chiamare il 112. Qualcun altro si accorge della persona a terra sul ciglio della strada e provvede a contattare i soccorsi, ma l’intervento tempestivo dei sanitari di Areu e il ricovero altrettanto celere al Niguarda non bastano a salvare la vita del pakistano, che viene dichiarato morto alle 7 del mattino.

Nel frattempo, i ghisa hanno già trovato la macchina pirata, abbandonata in via Fantoli: ha il radiatore rotto. Dalla targa del veicolo, i vigili risalgono all’intestatario, che spiega che sicuramente non c’era lui al volante e punta il dito contro l’amico che gli ha rubato l’auto (con tanto di denuncia per furto). Il racconto viene ritenuto credibile, anche perché dalle immagini si intuisce chiaramente che l’aspetto della persona che era alla guida al momento dell’impatto non era quello del proprietario dell’auto.

La caccia all’uomo finisce alle 13.30 a due passi dalla stazione ferroviaria di Rogoredo: il ventiduenne, che non risulta avere precedenti di polizia, viene accompagnato negli uffici di via Custodi e indagato per omicidio stradale e omissione di soccorso. Gli abiti che indossa sono identici a quelli che aveva addosso l’autista della Punto in via Camaldoli. E sui vestiti vengono notate anche tracce di sangue.