Ricorso bocciato, salvo il PalaItalia "Strategico per Olimpiadi e futuro"

Respinta dal Tar l’istanza presentata dalla società del gruppo Cabassi contro l’Arena di Santa Giulia. I giudici: non conta soltanto il conto economico, alla città manca un impianto del genere dal 1985

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di Massimiliano Mingoia e Nicola Palma

Non è solo questione di soldi. In ballo ci sono anche il futuro di un intero quartiere e la trasformazione urbanistica di un’ex area industriale. Senza contare che quell’impianto sarà strategico per i Giochi invernali del 2026 e che Milano lo aspettava dal 14 gennaio 1985, il giorno in cui il tetto del Palasport di San Siro venne giù sotto il peso di 800 tonnellate di neve. In sintesi, le motivazioni che hanno spinto i giudici del Tar della Lombardia a respingere il ricorso presentato dai proprietari del Mediolanum Forum di Assago contro la realizzazione del PalaItalia di Santa Giulia, che nel 2026 ospiterà le gare di hockey maschile e la cerimonia inaugurale delle Paralimpiadi.

In realtà, la società del gruppo Cabassi non si era rivolta ai giudici amministrativi per bloccare l’opera (almeno non dichiaratamente), bensì per "rimuovere le illegittime e ingiuste agevolazioni giuridiche ed economiche riconosciute" alla società Milano Santa Giulia spa da Ministero delle Infrastrutture, Regione Lombardia, Comune e Città metropolitana e per "mettere in rilievo la mancata considerazione dei maggiori oneri conseguenti all’impatto dell’Arena sulla viabilità". In particolare, i legali di Forumnet si sono concentrati sulle modifiche apportate nel 2021 all’iniziale accordo di programma "Montecity-Rogoredo", varato nel 2004 per rivoluzionare quell’area della periferia sud in passato sede degli impianti industriali Montedison e Redaelli. Modifiche che, secondo i ricorrenti, avrebbero comportato l’illegittima rinuncia di Palazzo Marino al Centro Congressi da 63 milioni di euro e a parcheggi per altri 48 milioni. Inoltre, Forumnet ha stigmatizzato la scelta di assegnare i crismi dell’interesse "pubblico e generale" all’Arena. Una linea rispedita al mittente dal Tar. In toto. In particolare, i giudici hanno spiegato che le valutazioni su un intervento di tale portata non può ridursi "a un mero saldo contabile tra i benefici dell’accordo di programma del 2004 e quelli derivanti dall’atto integrativo". I motivi sono molteplici. Il primo: a Santa Giulia ci sarà spazio anche per un Museo per i bambini e per la nuova sede del Conservatorio. Il secondo: Milano colmerà col PalaItalia "una lacuna" che si porta dietro da 37 anni, dotandosi di una struttura di livello internazionale. Conclusione: "Non si evincono irragionevolezze o arbìtri nelle scelte comunali".

"Siamo molto soddisfatti – la reazione dell’assessore alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi –. Sono sentenze piene a favore dell’operato dell’amministrazione che ci sollevano di un peso di non poco conto". L’assessora allo Sport Martina Riva aggiunge: "Si tratta di un passo in avanti decisivo nel percorso verso la realizzazione dell’impianto che ospiterà le gare maschili di hockey su ghiaccio". Il presidente della commissione comunale Olimpiadi 2026 Alessandro Giungi, infine, nota che "la sentenza del Tar sul PalaItalia conferma la prospettazione dell’avvocatura comunale, dimostrando come il progetto dell’Arena sportiva milanese sia stato pensato in chiave di interesse pubblico e con l’obiettivo di lasciare un’opera fondamentale".

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