REDAZIONE MILANO

"Riattiviamo gli hotel chiusi per l’ospitalità"

"Riattiviamo gli alberghi chiusi ma ancora in buono stato per dare ospitalità a chi fugge dalla guerra". La proposta è di Pino Pozzoli (nella foto), consigliere comunale di Opera e di Città metropolitana, e si riferisce alle varie strutture presenti nel sud Milano ma non solo a quelle. A Opera c’è l’hotel Sporting di Noverasco chiuso da un paio d’anni che ha ancora all’interno letti e materassi. A Pieve il Ripamontidue chiuso da 15 anni. In questi giorni frenetici, rimanendo attoniti per l’invasione russa sul territorio ucraino iniziata il 24 febbraio, l’Italia intera si organizza per offrire solidarietà e ospitalità a chi fugge dalla guerra. Nella stragrande maggioranza donne e bambini. "Sono certo che la Grande Milano non sarà da meno in questa operazione umanitaria e già si ventila di aree ricercate per garantire l’allestimento di imminenti campi profughi – spiega Pozzoli –. Nel mentre abbiamo molti impianti ricettivi chiusi da anni o addirittura mai aperti. Solamente nel sud Milano tra Opera, Pieve Emanuele e Locate ci sono tre strutture che potrebbero soddisfare la necessità di accoglienza e comfort necessari alle persone più fragili come i bambini. Penso all’hotel Sporting di Opera, chiuso da anni, le cui stanze sono ancora tutte intatte come verificato personalmente non più tardi di un paio d’anni fa durante un sopralluogo, o al Residence Ripamonti 2 di Pieve Emanuele o alla struttura ricettiva all’ingresso di Locate costruita qualche anno fa e mai aperta". Le tre strutture indicate da Pozzoli potrebbero arrivare a ospitare oltre 500 famiglie. Ma la parola spetta alla prefettura. "La prefettura faccia le opportune verifiche e agisca di conseguenza anche requisendo temporaneamente le strutture necessarie. Rispetto a eventuali tendopoli, il recupero di plessi chiusi e abbandonati sarebbe una garanzia per tutti e una sistemazione più dignitosa".

Massimiliano Saggese