Riaprire i Navigli: un progetto più internazionale

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Roberto

Biscardini*

Milano sta conoscendo grandi trasformazioni ed è riconosciuta nel mondo come una grande città attrattiva ed economicamente ricca. Ma bisogna cambiare paradigma affinché la ricchezza non sia solo rendita e cemento, ma anche ambiente e bellezza. Anche per questo bisogna riaprire i Navigli. Otto chilometri dalla Cassina de’ Pomm alla Darsena per sanare l’antica ferita aperta in città dopo la loro chiusura. Otto chilometri per la riqualificazione della Milano del futuro. Otto chilometri per rimettere in funzione l’intera rete dei Navigli lombardi, una delle più importanti ed interessanti reti di canali europei. Otto chilometri di Navigli oggi tombati, in parte ancora percorsi dalle tradizionali acque sotto il manto stradale, in parte ancora esistenti, con le loro sponde e i loro fondali, ma interamente riempiti di sabbia. È un progetto europeo di rilevanza internazionale per promuovere il ritorno alla navigabilità sulla rete dei canali lombardi. Soprattutto per la navigazione turistica, per quella sportiva e per rispondere ad una domanda di turismo nautico che si è sviluppato in tutte le città europee e del mondo, e che cresce anche da noi. Un progetto per investire sull’acqua, essenza di bellezza e di nuova economia. Grande opportunità per riappropriarci della natura e per avviare progetti di rigenerazione urbana e territoriale fondati sulla qualità dell’ambiente, dell’architettura, del paesaggio e per la produzione di energia pulita. Riaprire i Navigli a Milano rappresenterebbe il più grande ed integrato intervento ecologico che la città abbia mai realizzato dal dopoguerra ad oggi. Alla riscoperta della “Milano città d’acqua” così come è sempre stata, non con gli occhi rivolti al passato, ma come bisogno di una modernità buona. Per realizzare il progetto non occorre molto. Non è elevato né il costo per realizzare gli otto chilometri all’interno della città lungo l’antica cerchia dei Navigli, né alla Regione Lombardia per ripristinare le conche di navigazione, molte delle quali ancora esistenti ma dismesse lungo il percorso dei Navigli lombardi. Con costi assolutamente compatibili se rapportati al grande piano di investimenti nazionale per la transizione ecologica e la rigenerazione urbana previsti dal Pnrr. Un costo zero per il Comune e la Regione se avessero fatto domanda di utilizzare questi fondi per questo progetto. Forse sono ancora in tempo.

* Presidente AssociazioneRiaprire i Navigli

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