Rho, sequestrato il tesoro del boss Cristian Bandiera gestito da un prestanome

Il figlio di Gaetano, pure lui in carcere, possedeva 4 palazzi, 3 appartamenti e un capannone ma erano intestati a un insospettabile

Un fermo immagine dei filmati realizzati durante l'indagine

Un fermo immagine dei filmati realizzati durante l'indagine

Rho, 1 giugno 2023 – “Ne voleva 140 mila , gliene ho dati 70mila anche se il notaio mi aveva detto di alzare la cifra altrimenti si capisce che è una truffa". Poi racconta che la palazzina è intestata a un prestanome, "perché io non posso avere niente di intestato. Ho fatto la carta dal notaio, lui non mi può fottere, perché è sempre un tossico, capito?". E infine: "Cosa voglio fare? non è che li compro gli appartamenti per tenermeli?".

Non sapeva di essere intercettato Cristian Bandiera, 49 anni, ritenuto elemento di spicco della locale di ‘ndrangheta di Rho, quando al telefono raccontava i suoi affari immobiliari. Nelle scorse ore la polizia di Stato ha eseguito un provvedimento di sequestro di prevenzione su richiesta congiunta del procuratore della Repubblica, del questore di Milano e del Tribunale di Milano - Sezione autonoma misure di prevenzione. I sigilli sono stati messi a quattro immobili, tre appartamenti e un capannone a Lainate.

Un patrimonio immobiliare ingente, che sarebbe stato acquistato per una somma di molto inferiore al valore reale e messo a reddito, per riscuotere i canoni di locazione tramite persone di fiducia, progettando anche di adibire i locali a un B&B. Figlio del vecchio boss della locale di Rho, Gaetano Bandiera, 74enne recluso nel carcere di Bollate, Cristian è stato intercettato al telefono dagli investigatori. Dalle indagini emerge "la discontinuità dei redditi familiari e la loro entità, inferiore al reddito minimo di sussistenza, con mancanza di risorse economiche lecite, risultano sproporzionati rispetto all’acquisto del compendio immobiliare oggetto del sequestro". Il destinatario del sequestro è stato arrestato nel mese di novembre 2022 dalla squadra mobile della questura di Milano, in esecuzione di un`ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip di Milano. A carico del 49enne, già arrestato nel 2010 e condannato per omicidio, sono stati raccolti ”indizi di appartenenza“ alla ‘ndrangheta fin dal 2008.

La misura cautelare eseguita sei mesi fa aveva riguardato oltre 50 persone accusate a vario titolo di associazione mafiosa, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti e spaccio, traffico di armi, estorsioni e altro. Il 49enne, in continuità con la figura paterna già condannata per reati associativi, aveva agito con violenza e minaccia, aveva il controllo mafioso sul territorio di pertinenza, anche attraverso rapine, minacce, percosse, danneggiamenti seguiti da incendio. Oltre ai quattro immobili siti nel Comune di Lainate, sono anche stati sequestrati i saldi attivi dei rapporti in essere riferibili all’indagato e ai suoi prestanome.

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