Report su povertà e disuguaglianze "L’ascensore sociale non funziona"

Fondazione Cariplo: 2 milioni di famiglie svantaggiate, la scuola da sola non riesce a colmare il divario. Il 55% dei ragazzi cresciuti in centro pensa di andare all’estero; fra chi vive in periferia solo il 29%.

Report su povertà e disuguaglianze  "L’ascensore sociale non funziona"

Report su povertà e disuguaglianze "L’ascensore sociale non funziona"

di Marianna Vazzana

"Ci sono ragazzi che non hanno mai visto il Duomo di Milano pur vivendo a qualche chilometro di distanza". Che sia il quartiere Lorenteggio o qualche altra zona di periferia, poco importa. "Sembra incredibile ma è così.Il motivo è semplice: non ci hanno mai pensato, hanno l’abitudine di vivere solo nel loro quartiere; oppure, banalmente, con le famiglie, non ci sono mai stati. Non hanno avuto questa opportunità. E noi ce li portiamo, stupendoci a nostra volta delle loro reazioni di meraviglia". Lo spiega Filippo Artoni, direttore milanese di Fondazione Enaip Lombardia che si occupa di formazione e progetti per ragazzi con fragilità e nelle carceri, in occasione della presentazione del rapporto “Crescere in Italia, oltre le disuguaglianze” di Fondazione Cariplo. L’esigenza di crearlo è nato da una riflessione durante e dopo la pandemia, "davanti all’aumento delle diverse forme di povertà". Nell’indagine emerge che "nel 2021 circa due milioni di famiglie si trovano in una situazione di povertà assoluta, più del doppio rispetto al 2005". Un contesto in cui la scuola , da sola, "fatica a svolgere il ruolo di ascensore sociale per i gruppi di studenti più svantaggiati, contribuendo anzi a sedimentare le disuguaglianze iniziali di apprendimento che derivano dai diversi background socioeconomici". Crescere in un certo contesto sociale tende a influenzare fin dai primissimi anni di vita le attitudini delle persone e questo si evidenzia sempre più precocemente, a partire dai bambini della scuola dell’infanzia. Questo condiziona anche lo sguardo su di sé e sul mondo: il 55% dei ragazzi che crescono in centro pensano di andare all’estero; fra chi cresce in periferia solo il 29%. Le differenze emergono fin dall’età prescolare, considerando la capacità di immedesimazione, quella di fiducia e di lettura del contesto. "I ragazzi che alle scuole medie sono nel quintile più basso della distribuzione, quindi quelli che vanno peggio dal punto di vista scolastico, erano in larga misura lì già in seconda elementare", sottolinea Gian Paolo Barbetta, coordinatore di Fondazione Social Venture Giordano Dell’Amore Evaluation Lab. Quindi "la scuola non ce la fa a tirare su i ragazzi che partono male, perchè arrivano da condizioni socio economiche svantaggiate; fatica moltissimo a svolgere quella funzione di ascensore sociale" e questo "ha dei riflessi anche sulle aspirazioni individuali".

"L’ascensore sociale si è rotto, non da ora, questo richiede grandi investimenti. Ci sono più disuguaglianze di vent’anni fa, fa male", ha proseguito il cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Cei, che ha definito il rapporto Cariplo "un pugno nello stomaco. La retorica del merito è fuori luogo, sono i punti di partenza che creano opportunità o meno. Dovremmo investire tanto sulle scuole professionali e fare in modo che diventino “di serie A”".

Come arrivare all’obiettivo della “mobilità sociale“? "La Fondazione Cariplo – parole del presidente Giovanni Fosti – vuole dialogare con gli altri soggetti che possono contribuire al contrasto della disuguaglianza. L’investimento va fatto sul lavoro “connettivo“, che moltiplica". Tra i passi che si stanno già compiendo, il bando “Alla scoperta della cultura“ che avvicina i piccoli di famiglie svantaggiate ai luoghi da vedere. "Magari, il Duomo".

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