
Sensibilizzare detenuti e personale sulla prevenzione e sulle misure di contenimento del Covid-19: è questa la "mission" di Emergency nel carcere di Bollate. La Onlus umanitaria, che siamo abituati a vedere accanto alle vittime di guerra, da alcuni mesi è entrata nel carcere alle porte di Milano e collabora con la direzione nella lotta al Covid-19. Il progetto è iniziato a marzo con sopralluoghi fatti da una squadra composta da due infermiere, un medico e due logisti per "fotografare" i punti di forza e di debolezza della struttura. Il team ha visitato i reparti del carcere per conoscerne l’attività quotidiana e ascoltare i bisogni di chi vive quei luoghi. I detenuti hanno avuto un ruolo fondamentale con le proprie opinioni, i propri dubbi e avanzando alcune richieste in merito alla prevenzione del virus e sui vaccini. "Dal primo sopralluogo è stato un continuo scambio di idee e consigli con chi vive il carcere tutti i giorni - spiega Francesca Bocchini, capoprogetto del Team Covid di Emergency -. Le celle si possono paragonare ad un contesto familiare allargato, quindi, le norme per prevenire il contagio sono uguali a quelle che devono rispettare i conviventi. Meglio separare gli oggetti individuali, evitare di prestare le pentole ai compagni delle celle vicine, lavarsi spesso le mani ed è fondamentale tenere spesso la finestra aperta e consentire una buona aerazione". Vere e proprie lezioni di prevenzione hanno aiutato i detenuti a capire cosa fare per contrastare la diffusione del virus e anche sul perché bisogna vaccinarsi. "La casa di reclusione di Bollate é riuscita a concretizzare un obiettivo che, senza Emergency, sarebbe rimasto formale - dichiara Giorgio Leggieri, direttore del carcere -. Si è potuta raggiungere una sicurezza sanitaria: ottimo risultato".Roberta Rampini