
L’arcivescovo di Milano, cardinale Angelo Scola
Milano, 2 ottobre 2014 - I giovani di Milano sono pronti. Venerdì 3 ottobre, alle 20,45, in Duomo 500 diciannovenni consegneranno nelle mani dell’Arcivescovo di Milano, il cardinale Angelo Scola, la “Regola di Vita”, durante la celebrazione della Redditio Symboli, che vedrà riuniti sotto le volte della Cattedrale 5mila ragazzi della Diocesi di Milano.
Si tratta di un gesto simbolico che riguarda l’impegno “a stare al mondo da cristiani”, coltivando la propria fede, impegnandosi per la propria comunità, vivendo responsabilmente i rapporti con gli altri. Nella “Regola”, inoltre, i ragazzi mettono nero su bianco anche i “punti fermi”, le piccole norme che si ripromettono di rispettare per dare una direzione al proprio futuro. Una sorta di lettera d’intenti, ma più impegnativa di un elenco di buoni propositi, perché viene scritta sotto la guida spirituale del sacerdote e degli educatori in parrocchia e poi certificata con un atto pubblico e solenne davanti al proprio Arcivescovo.
«Darsi una regola, scrivere un programma di vita, è un gesto controcorrente, ma è forse proprio la risposta che i giovani stanno dando al senso di precarietà ed incertezza che riguarda tanti ambiti a cominciare dal lavoro. Sarà forse proprio questa una delle ragioni per cui il numero dei ragazzi che sceglie di compiere questo gesto in diocesi si sta mantenendo costante in questi anni nonostante il forte calo demografico che ha caratterizzato gli anni ’90, il periodo in cui è nata questa generazione», ha spiegato don Maurizio Tremolada, responsabile del servizio giovani diocesano. Proprio la crisi economica, infatti, sta sempre più schiacciando i giovani sul presente. Durante la veglia in Duomo, venerdì sera, racconterà la sua dolorosa vicenda personale Peter Farag, un giovane egiziano, copto, che ha dovuto affrontare nel suo paese l’odio e la persecuzione contro i cristiani. Il tema della veglia «Rimanete in me» è ispirato alla pagina del Vangelo di Giovanni al capitolo 15 che parla del legame tra il tralcio e la vite, un legame essenziale, intimo e fecondo, che porta frutti abbondanti nel mondo.