Referendum autonomia, Maroni: "Se vince sì, non perderemo tempo" / VIDEO

Il governatore ha anunnciato l'avvio della procedura già martedì in caso di esito positivo del referendum

Roberto Maroni

Roberto Maroni

Milano, 16 ottobre 2017 - Scatta il conto alla rovescia in vista del referendum per l'autonomia della Lombardia di domenica 22 ottobre (si vota dalle 7 alle 23). Il governatore Roberto Maroni serra le fila. E, prima del faccia a faccia con il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi (dopodomani al Piccolo Teatro), iniza l'ultima settimana di campagna elettorale con l'incontro con Maurizio Lupi, coordinatore nazionale di Alternativa popolare, che ribadisce l'unità con il centrodestra a livello regionale. CRONOPROGRAMMA - Maroni non vuole perdere tempo e annuncia: "Martedì 24 inizieremo la procedura con una mia informativa in Consiglio regionale. Nel presupposto che vinca il sì, definiremo il cronoprogramma che porterà all'apertura della trattativa con il Governo con la definizione della composizione della delegazione che verrà a trattare a Roma, previa delibera del Consiglio regionale sulle materie, sentiti gli enti locali" I PUNTI CALDI - "Nella trattativa che io farò - aggiunge Maroni - tratterò per avere maggiori competenze e maggiori risorse, come c'è scritto nel quesito, partendo da almeno il 50% del residuo fiscale. Quindi, non capisco l'obiezione della sinistra", secondo cui non ci sarebbero più risorse a disposizione in caso di vittoria del sì al referendum. E, sull'apertura del tavolo istituzionale con Palazzo Chigi da parte del governatore Stefano Bonaccini, Maroni commenta: "L'Emilia-Romagna l'ha fatto perché io e Zaia abbiamo fatto il referendum, nessuno si era svegliato prima. Io ho già chiesto al Governo in passato ma hanno messo sul tavolo più competenze ma zero risorse e così io non ci sto". "Chi dice che io uso il referendum per fare campagna elettorale è la sinistra. Ma sono loro che fanno un uso politico del referendum, non il sottoscritto", conclude il governatore lombardo, pronto a scrivere "una pagina nuova del regionalismo e del federalismo".  

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