Casa dei balilla o palazzi popolari: arrivano i soldi del recovery plan. La mappa

Oltre 180 milioni dall’Ue, il governo firma e premia le idee di Comuni, Province e Regione per le periferie

I progetti approvati

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Milano - I rubinetti dell’Unione europea cominciano ad aprirsi e, dispersi in tanti rivoli, i soldi del recovery plan affluiscono anche ai territorii, per progetti che promettono di cambiare il volto delle città e di redimere periferie abbandonate a degrado e incuria da decenni. Così, mentre si promettono finanziamenti cospicui per la transizione ecologica, per le reti di trasporti mai completamente decollate, in Lombardia il via libera del Governo assicura milioni e futuro ai dossier presentati da giunte comunali, province e Regione. Diciotto “piccoli“ interventi, suddivisi in 13 progetti che il ministero delle Infrastrutture ha inserito nel decreto firmato da Enrico Giovannini, all’interno del “Programma innovativo per la qualità dell’abitare“. La spesa totale arriva a 182 milioni di euro per la Lombardia: dentro c’è di tutto, dalle ritrutturazioni di palazzoni fatiscenti delle case popolari al restauro di antichi conventi, o, in un caso, del vecchio edificio dell’Opera nazionale Balilla. Sul tavolo, l’idea di trasformare vecchi edifici in modelli di “housing sociale“, sogno accarezzato da tanti Comuni e realizzato concretamente da pochi, ma anche di offrire abitazioni a disabili, anziani, persone sole e fragili.

A Milano , fra Comune ed ex Provincia, vanno circa 45 milioni di euro. La Giunta Sala si appresta a spendere quindici milioni per un gruppo di interventi di ristrutturazione nel quartiere di San Siro che includono recupero e manutenzione di alloggi popolari, mentre la città metropolitana ha ottenuto 15 milioni per il patrimonio di edilizia popolare a Solaro, Baranzate, Cologno Monzese e Rho e altri 15 per rimettere trovare un nuovo destino a strutture in degrado o senza un impiego, come, appunto, la Casa del Balilla di Legnano. A Bergamo, si spera di portare a termine il restauro del complesso di Sant’Agata, ex convento divenuto carcere nell’Ottocento ed ora parzialmente abbandonato. Costo previsto: 7,7 milioni di euro. A Cremona, il Municipio conta di dare un nuovo volto al quartiere Po e incassa in tutto la promessa di incassare 15 milioni. Altrettanti ne vanno a Mantova, per un complesso intervento “Quartiere innovazione“: l’acquisto di 5 palazzine dove saranno realizzati 77 alloggi, la risistemazione di altri 23 e piani che includono la sistemazione di spazi esterni. Una cifra di poco inferiore, pari a 13,1 milioni sarà destinata al Comune di Monza, dove si cercherà di convertire al risparmio energetico molte delle case popolari del patrimonio comunali, se ne realizzeranno altre 28 e si tenterà il recupero strutturale della vecchia cascina Maino. Quindici milioni anche a sondrio, dove si progetta la costruzione di un centro socio-assistenziale, con alloggi temporanei e un centro polifunzionale dedicato all’autismo. In più, sulla carta, sono previsti anche 50 alloggi popolari.

Ancora a Bergamo su lavora per la riqualificazione delle case di piazzale Visconti, dove la rigenerazione delle vecchie palazzine potrà contare su 12,9 milioni di finanziamento. Nel novero dei beneficiari dei soldi europei, anche la Regione Lombardia, alla quale andranno 14,5 milioni per il progetto di ristrutturazione dell’ex macello di Pavia e per la sistemazione di alloggi di edilizia popolare a Varese. E sempre a Varese vanno 14,6 milioni di euro vengono destinati al progetto di housing sociale che prevede la sistemazione di Villa Baragiola e del parco storico, mentre poco meno di 15 milioni serviranno alla sistemazione dell’area dell’ex macello con nuovi alloggi e il restauro per gli altri. Prevista anche una residenza universitaria. Sono invece 64 le case popolari in progetto a Busto Arsizio per una spesa da 15 milioni.  

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