Milano da allarme rosso: aumentano reati in famiglia e morti sul lavoro

La fotografia emersa dall'inaugurazione dell'anno giudiziario

Il procuratore generale Francesca Nanni

Il procuratore generale Francesca Nanni

Femminicidi, ma anche indebita percezione di contributi e reati collegati con inquinamento e rifiuti. Oltre a un numero preoccupante di infortuni sul lavoro anche con esito mortale. A lanciare l'allarme è Francesca Nanni, procuratore generale di Milano, durante il suo intervento per l'inaugurazione dell'anno giudiziario l'andamento della criminalità nel 2022 del distretto del capoluogo lombardo.

Furti e rapine

"Il territorio della Città metropolitana di Milano - ha spiegato il procuratore generale - segna il più elevato numero di furti con 95.269 denunce, ovvero 2.943 ogni 100mila abitanti, in particolare nei negozi con 7.218, 223 ogni 100mila abitanti e nelle auto in sosta con 10.573, 326 ogni 100mila abitanti. La Città metropolitana è settima per denunce di violenze sessuali, seconda per rapine in pubblica via, terza per associazioni per delinquere".

I reati

Il presidente della corte di Appello di Milano, Giuseppe Ondei, ha disegnato il quadro della situazione a Milano: la maggior parte dei procedimenti trattati nel Distretto riguarda i reati contro il patrimonio (29,9%), gli stupefacenti (7,7%, dato stabile) e contro la persona e la famiglia (7,5%, in aumento rispetto all'anno scorso). Il dato è "di grande preoccupazione", così come preoccupa il dato in aumento che riguarda le "bande giovanili" che si contendono il territorio con metodi violenti. Aumentano i reati di bancarotta (+ 39%) e quelli tributari (+9%) mentre si conferma il trend quinquennale - in controtendenza rispetto al dato nazionale - di riduzione dei reati in materia di violazione delle norme di prevenzione degli infortuni sul lavoro. 

La burocrazia

Il  tempo che occorre per definire mediamente un fascicolo passa dal minimo di 155 giorni di Sondrio al massimo di 476 giorni di Monza. In primo grado le sentenze di prescrizione sono pari al 4,8% di tutte le sentenze pronunciate nel dibattimento e al 10,5% di tutti i provvedimenti di definizione degli Uffici Gip o Gup.  

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