Rave party, rissa e assembramenti in Darsena: follia e polemiche a Milano

Centinaia di giovani, molti senza mascherina, si sono dati appuntamento nell'ultimo sabato della Lombardia in zona gialla. Il sindaco Sala: le conseguenze ricadranno su tutta la comunità

Rave party in Darsena

Rave party in Darsena

Non è più solo questione di civiltà, ma di incoscienza che rasenta la follia collettiva. Centinaia di giovani, in gran parte senza mascherina, si sono dati appuntamento ieri sera in Darsena a Milano per una sorta di rave party improvvisato con musica a tutto volume e balli gomito a gomito. Altro che rispetto delle distanze. Tutti assembrati allegramente. Una sorta di rito liberatorio nell'ultimo sabato della Lombardia in zona gialla e prima che, da lunedì, scattino le restrizioni legate alla zona arancione?  Molto probabilmente si, con buona pace degli inviti alla pruidenza per evitare che la curva dei contagi registri nuove impennate. 

Non bastasse, nella serata si è accesa anche una rissa con lanci di bottiglie tra alcuni giovanissimi. Alla rissa, presto sedata dall'intervento dei carabinieri, ha partecipato almeno una ventina di ragazzi, ma non ci sono stati feriti. Tutto è iniziato attorno alle 21, mentre era in corso il rave improvvisato. La situazione è tornata tranquilla verso le 23.30, ben oltre l'orario previsto per il coprifuoco.

Immancabili le reazioni sui social, dove i commenti a corredo delle immagini postate da residenti e passanti si sono sprecati, con i più che invocano maggiori controlli e l'intervento delle forze dell'ordine. Ma la prima risposta, la più immediata è arrivata dai residenti della zona, esasperati per gli schiamazzi, già intollerabili in tempi pre-Covid. In parecchi si sono affacciati ai balconi e alle finestre fischiando e urlando a loro volta. Ma soprattutto invitando i giovani a tornare a casa, nel rispetto delle regole anti contagio. Tutto inutile, con buona pace di chi invece le regole le rispetta. 

Sala: le conseguenze ricadranno su tutta la comunità

"Ieri sera intorno ai Navigli e alla Darsena c'erano migliaia a e migliaia di persone. Le forze dell'ordine, tra quelle coordinate dalla Questura e quelle del Comune, erano pari a circa 200 unità, il numero l'ho ricevuto dal Prefetto. E, che piaccia o no, di più non si poteva metterne, perché la città è grande e va gestita nella sua interezza". Lo ha scritto sui social il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, rispondendo alle polemiche di tanti cittadini che lo hanno chiamato direttamente in causa. "Questa è la realtà - prosegue Sala - . Sarebbe stato meglio chiudere nel pomeriggio la Darsena? Ma secondo voi, chi stava in giro sarebbe stato a casa o sarebbe andato da qualche altra parte? Di fronte a questi dati di realtà, la maggior parte dei commenti sono sulla mancanza delle forze dell'ordine. Io però sto dalla loro parte, dalla parte di uomini e donne che sono lì a lavorare e non dalla parte di chi non tiene un comportamento adeguato alla grave crisi sanitaria che stiamo attraversando. Ma se viene meglio scrivere a lettere cubitali 'Dove erano poliziotti e vigili?' cosa volete che vi dica? solo che continuerò a lavorare, a metterci la faccia. Con pazienza, dedizione e misura, come il mio ruolo richiede". Poi l'amara considerazione: "Con questa terribile pandemia se non si rispettano le regole poi si paga pegno. Così probabilmente sarà e purtroppo le conseguenze ricadranno su tutta la comunità".

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