Milano, i rapper Neima Eizza e Samy: "Nessuna rapina, eravamo altrove"

I due giovani, che si trovano ai domiciliari, si dichiarano innocenti. Stessa linea adottata da Baby Gang in carcere

 Neima Ezza

Neima Ezza

Milano, 24 gennaio 2022 -  Amine Ez Zaaraoui, noto come Neima Ezza, e Samuel Matthew Dhahri, detto Samy, si sono dichiarati innocenti all'interrogatorio di garanzia condotto oggi dalla gip di Milano Manuela Scudieri, dopo essere finiti ai domiciliari con l'accusa di rapine violente.  La stessa linea difensiva era stata adottata da Baby Gang, nome d'arte del ventenne Zaccaria Mouhib, in carcere. I tre fanno parte della 'crew' Seven Zone (7oo) di San Siro, che li sta sostenendo sui social. 

In particolare, la difesa di Neima Ezza, col legale Gaia Scovazzi, ha prodotto foto e video tratte dal suo profilo Instagram che proverebbero che il 20enne "non era sul luogo delle due rapine" che gli vengono contestate: una in concorso con Samy (del 22 maggio, bottino due collanine d'oro strappate dal collo di un ragazzo) e un'altra assieme a Baby Gang, secondo la Procura, ma che il gip per quest'ultimo non ha riconosciuto. Agli atti, ha fatto notare la difesa di Neima, ci sono solo i riconoscimenti delle vittime "non validi" perché effettuati "praticamente solo con le foto degli indagati". Pure i dati delle celle telefoniche dimostrerebbero, per il difensore che ha chiesto al gip la revoca dell'ordinanza cautelare, l'innocenza del 20enne.

Anche Samy, come riferito dal 19enne nell' interrogatorio, assistito dall'avvocato Robert Ranieli, "non c'entra nulla" con i due 'colpi' che gli sono stati attribuiti, entrambi del 22 maggio tra Porta Ticinese e le Colonne di San Lorenzo."«Ero da un'altra parte, ero in Porta Romana", avrebbe spiegato davanti al gip e il suo legale, che punta alla revoca della misura, produrrà i tabulati e i dati delle sue 'storiè postate sui social.

Intanto, Baby Gang aveva spiegato al gip di aver "cambiato vita" e di non essere più la stessa persona che viveva di reati, anche perché non ne ha più «bisogno». Il suo legale Niccolò Vecchioni ha già chiesto la scarcerazione.

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