NICOLA PALMA
Cronaca

Rapina in gioielleria, i banditi travestiti da imbianchini spaccano le vetrine e scappano col bottino

Viale Umbria, colpo in un negozio del centro commerciale Ipercoop Irruzione in quattro e commessi minacciati con il calcio di una pistola. L’estintore azionato per coprirsi la fuga e l’indagine dei carabinieri

Rapina alla gioielleria 'Gioielli di Valenza' nel centro commerciale IperCoop

Il blitz da una porta secondaria. Tute da imbianchini e cappellini in testa per non dare nell’occhio ed evitare le telecamere. L’irruzione in gioielleria, le minacce ai dipendenti, le martellate alle vetrine per rubare i preziosi e la fuga, coperta con la schiuma di un estintore. Rapina-lampo poco dopo le 10 di ieri nell’esercizio commerciale "Gioielli di Valenza", all’interno dell’Ipercoop di viale Umbria 16, a due passi da piazzale Lodi.

Secondo una prima ricostruzione, almeno quattro banditi a volto parzialmente coperto hanno assaltato la gioielleria: uno di loro ha mostrato il calcio di una pistola ai due commessi di turno in quel momento, minacciandoli verbalmente e intimando loro di non urlare e di non chiedere aiuto. Poi i rapinatori hanno iniziato a colpire le teche con un martello, prendendo tutti i monili che vi erano custoditi: l’inventario è in corso, non c’è ancora un valore preciso della merce portata via. Dopo il colpo, i banditi sono usciti dal negozio, e per coprirsi la fuga hanno azionato un estintore, svuotandolo della schiuma anti-incendio; quindi si sono reinfilati nella porta che avevano usato per entrare e sono scesi dalla scala esterna, sparendo nel nulla.

A quel punto, i rapinati, ancora sotto choc per l’accaduto, hanno chiamato il 112: la centrale operativa di via Moscova ha diramato subito l’allarme ai carabinieri del Radiomobile, raggiunti poco dopo dai colleghi del Nucleo operativo della Compagnia Monforte e dagli specialisti della Sezione investigazioni scientifiche, al lavoro su eventuali tracce utili alle indagini. Il fatto che i rapinatori si siano travestiti lascia pensare che si tratti di persone esperte; il che fa ipotizzare che abbiano usato tutte le precauzioni del caso per non lasciare impronte digitali.

D’altro canto, un raid così rapido e ben studiato porta con sé il sospetto che almeno qualcuno della banda abbia effettuato alcuni sopralluoghi per studiare le vie di accesso e di uscita e per capire quante persone lavorassero all’interno della gioielleria. Di conseguenza, un aiuto determinante per le indagini potrebbe arrivare dall’analisi dei filmati di videosorveglianza registrati nei giorni precedenti.