
I rapinatori filmati dagli agenti di Polizia mentre preparavano un nuovo colpo a Garbagnate Milanese
Milano, 20 giugno 2023 – Una banda con ruoli ben precisi: due operativi, un palo, un autista e un addetto alla logistica per intercettare le comunicazioni via radio della polizia. Due rapine a segno nel 2020 e un colpo bloccato dalla polizia nei giorni scorsi prima che potesse andare in scena, durante uno dei sopralluoghi preliminari. Una maniacale attenzione ai dettagli, con pedinamenti di dipendenti e direttori di filiale per studiarne i movimenti prima di iniziare il turno allo sportello.
In manette
Gli agenti dell'Antirapine della Squadra mobile, coordinati dai pm del VII dipartimento della Procura e guidati dal dirigente Marco Calì e dal funzionario Francesco Federico, hanno arrestato cinque persone, in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere che li accusa di due rapine avvenute tra giugno e dicembre del 2020 per un bottino complessivo di circa 130mila euro.
Il primo colpo
Il 15 giugno di tre anni fa, due uomini con il volto coperto, dopo aver atteso l’arrivo del primo dipendente di una banca di via Battisti, a due passi dal Palazzo di Giustizia, lo hanno agganciato e minacciato armi in pugno per entrare nell'istituto di credito. Una volta dentro, i rapinatori, mentre aspettavano che arrivasse il direttore per sbloccare il bancomat e il caveau, hanno sequestrato tutte le persone, clienti e dipendenti, che nel frattempo erano entrate in banca, privandole dei telefoni cellulari, prima di fuggire con 90mila euro.
Il secondo blitz
Lo stesso copione sei mesi dopo, l'11 dicembre in piazzale Susa: anche in quell'occasione, due banditi armati e a volto coperto hanno atteso l’arrivo del primo dipendente per entrare in banca, hanno aspettato l’arrivo del direttore per lo sblocco della cassaforte e del bancomat e, nel frattempo, hanno sequestrato tutte le persone che vi avevano fatto ingresso, uscendo poi con 40mila euro.
L'inchiesta
Le indagini della Squadra Mobile su due raid con modalità identiche hanno permesso sin da subito di ricostruire l’esatta e più ampia composizione della banda, composta non da due persone, bensì da cinque, ciascuna con il proprio ruolo: due erano dedicate all’assalto armato all’interno dell’istituto bancario, una fungeva da palo, un’altra operava da autista per la fuga in macchina e un’altra ancora era dedicata alla logistica con il compito di intercettare le comunicazioni radio delle forze dell'ordine.
I pedinamenti
Individuati tutti i componenti grazie a una minuziosa analisi del traffico delle celle telefoniche, gli investigatori di via Fatebenefratelli hanno cominciato a pedinare quotidianamente gli indagati, scoprendo fin da subito che avevano già messo nel mirino un altro obiettivo. Monitorando i movimenti della banda, i poliziotti hanno potuto studiare in tempo reale le diverse fasi della preparazione del nuovo colpo. I componenti della gang partivano da accurati sopralluoghi nei pressi della banca da assaltare, con due obiettivi di partenza: capire il giorno ideale per effettuare il colpo e individuare il dipendente incaricato di aprire la banca al mattino. Una volta agganciato quest'ultimo, veniva seguito fino a casa per studiarne nel dettaglio le abitudini; e lo stesso trattamento veniva riservato al direttore di filiale.
Il blitz sventato
Venerdì scorso, in mattinata, il gruppo di fuoco, unitamente al palo, è stato bloccato dagli agenti della Squadra Mobile in quello che sembrava essere un nuovo sopralluogo: gli indagati, infatti, sono stati visti all’opera nei pressi di un istituto di credito a Garbagnate Milanese, indossando gilet catarifrangenti e mascherine di tipo chirurgico, mentre monitoravano con attenzione l’ingresso della banca; la contestuale perquisizione ha confermato i sospetti degli investigatori, dato che nella loro disponibilità sono stati trovati radio ricetrasmittenti (utilizzate evidentemente per comunicare in maniera riservata), telefoni-citofono e materiale per camuffarsi.