
La sede della Banca popolare di Novara
Milano, 14 agosto 2016 - È caccia alla banda del buco che venerdì mattina ha rapinato la filiale della Banca popolare di Novara di viale Regina Giovanna, zona Porta Venezia, espugnandola grazie a un tunnel lungo sei metri scavato sottoterra. Una volta dentro, quattro criminali hanno minacciato i dipendenti dell’istituto di credito con una pistola, sono riusciti ad accedere al caveau e hanno forzato almeno un centinaio di cassette di sicurezza, un terzo delle trecento custodite, arraffando il più possibile. E anche se il bottino è ancora da quantificare (solo i proprietari delle singole cassette potranno dire cosa ci fosse dentro) è sicuramente ingente. I carabinieri del Comando provinciale, guidato dal colonnello Canio Giuseppe La Gala, sono al lavoro per individuare i responsabili. Il caso è affidato agli uomini della sezione Anti-rapine del Nucleo investigativo, sul posto sin da subito insieme al tenente colonnello Antonio Montanaro, capo del Reparto operativo. Primo passo: setacciare la pista sotterranea seguita dai malviventi. Il percorso non è ancora stato individuato con certezza: secondo una prima ricostruzione, il gruppo di criminali si sarebbe calato nel sottosuolo da un tombino, evitando quelli situati lungo il perimetro della banca, per poi percorrere la rete fognaria fino ad arrivare all’altezza del marciapiedi di via Maiocchi. Per almeno 5 giorni, con trapani e picconi, i malviventi sono andati avanti a scavare nottetempo fino a creare un tunnel lungo sei metri, dal diametro di 70 centimetri (appena sufficiente per persone non particolarmente robuste), grazie al quale sono riusciti ad approdare al pavimento dell’anticamera del caveau della banca venerdì mattina.
I residenti del condominio di 8 piani, ai piedi del quale si trova la filiale, avevano segnalato fin da domenica scorsa rumori sospetti. 2Forse c’è qualche cantiere estivo nel sottosuolo?", il primo pensiero che li ha portati a chiedere lumi al gestore della rete telefonica, alla banca stessa, al bar limitrofo. "Abbiamo segnalato l’anomalia anche alle forze dell’ordine". Nessuno però poteva immaginare che sotto la strada ci fossero dei ladri-talpe. E quando, venerdì mattina, la banca ha aperto e un dipendente è sceso al piano interrato, i rapinatori sono saltati fuori a sorpresa, col volto coperto. Tutte le persone all’interno dell’istituto di credito sono state radunate sotto minaccia di pistola e portate all’ingresso del caveau per essere tenute sotto controllo dai rapinatori, che hanno agito indisturbati senza correre il rischio che qualcuno potesse dare l’allarme. Dopo il colpo, la banda del buco è rientrata nel pertugio ed è stata inghiottita dal buio per riemergere chissà dove. La Sezione investigazioni scientifiche (Sis) è all’opera per rilevare eventuali tracce.