Milano, 1 dicembre 2024 – I veicoli ai raggi X per individuare le tracce di un eventuale urto. La ricostruzione dell’inseguimento minuto per minuto. E lo screening di tutti gli interventi nella notte tra sabato e domenica scorsi per capire se ci siano stati scippi di catenine e soldi compatibili con la collanina e gli 850 euro trovati nel borsello di Fares Bouzidi. Sono questi i principali filoni dell’indagine che il pm Marco Cirigliano ha delegato alla prima sezione del Nucleo investigativo di via Moscova.
I rilievi su TMax e Giulietta
Una parte dell’inchiesta si sta concentrando sulla fase finale dell’inseguimento di otto chilometri, partito da viale Monte Grappa angolo Rosales e terminato in via Ripamonti angolo Quaranta con lo schianto del TMax guidato dal ventiduenne tunisino e la morte del passeggero diciannovenne Ramy Elgaml. L’interrogativo: i veicoli si sono toccati prima che lo scooter andasse dritto contro l’insegna di un distributore di benzina? L’unico video degli ultimi metri, ripreso da una telecamera comunale, non chiarisce se ci sia stato un urto: si notano il motorino e la macchina che arrivano quasi affiancati da via Ripamonti, percorsa in quell’ultimo tratto contromano; poi il TMax sembra abbozzare la svolta a sinistra, ma la curva non verrà mai effettuata, forse a causa di uno slittamento sulle rotaie del tram e sulle strisce pedonali.
Accertamenti
Lo scooter scivola a terra, anticipando di pochi secondi la gazzella e si schianta; la Giulietta del Radiomobile, in frenata, termina la sua corsa contro il semaforo (lo stesso sul quale potrebbe aver sbattuto Ramy prima che venisse abbattuto dalla macchina). In assenza di immagini chiarificatrici, saranno fondamentali gli accertamenti tecnici sulle carrozzerie: gli agenti della polizia locale, che hanno rilevato l’incidente stradale, non hanno trovato segni di vernice sulla marmitta del TMax, ma solo un’ammaccatura che però va datata nel tempo. Inutile dire che questo argomento sarà tema di perizie, disposte sia dalla Procura che dalle parti coinvolte (Bouzidi e il vicebrigadiere indagati per omicidio stradale), per cristallizzare dinamica e traiettorie.
L’inseguimento di venti minuti
Un altro aspetto al centro degli approfondimenti investigativi riguarda la ricostruzione dell’inseguimento. Il lavoro degli inquirenti si concentrerà sulle comunicazioni via radio tra i carabinieri che erano di pattuglia e i colleghi della centrale operativa di via Moscova. A cominciare dal momento in cui, alle 3.40 di domenica, il conducente del TMax con casco jet e passamontagna ha ignorato l’alt del capomacchina della Giulietta ed è partito in direzione via Gioia, per poi infilarsi nel tunnel di Garibaldi dando il via a una corsa andata avanti per una ventina di minuti.
La traiettoria nord-sud
Nel corso dell’inseguimento, che ha attraversato la città lungo la direttrice nord-sud, si sono alternati più equipaggi (tre in totale quelli direttamente coinvolti) nella posizione più vicina a quella del TMax: tra via Rosales e via Moscova, la prima auto è sempre stata quella guidata dal militare ora indagato; in via Lovanio, la macchina di testa è diventata quella che ha provato a intercettare lo scooter in arrivo contromano da largo La Foppa, venendo colpita sulla parte anteriore destra; in viale Regina Margherita, l’improvvisa svolta a destra in via Besana del TMax, stretto tra un taxi e una macchina parcheggiata, ha riportato davanti (e così fino in via Ripamonti) la gazzella guidata dal vicebrigadiere che aveva inizialmente intimato l’alt. Al vaglio pure i filmati degli occhi elettronici lungo il tragitto.
L’ipotesi della rapina
Ultima nota per le verifiche sulla provenienza di ciò che è stato trovato nel borsello di Bouzidi: una catenina d’oro danneggiata, 825 euro e uno spray al peperoncino. Pare a prima vista il bottino di una rapina, ma al momento la possibile vittima non è stata ancora identificata. A tal proposito, gli investigatori stanno completando lo screening degli interventi delle forze dell’ordine avvenuti quella notte, in particolare di quelli in corso Como e dintorni: stando a quanto risulta, ce n’è uno in particolare, inizialmente rubricato come rissa, che potrebbe essere compatibile in termini di presunta refurtiva e uso di una sostanza urticante.