Milano, saluto fascista per Sergio Ramelli: 13 militanti condannati a 4 mesi di carcere

Gli esponenti di estrema destra sono stati condannati per manifestazione fascista per le commemorazioni avvenute nell’aprile del 2018

I saluti fascisti durante la manifestazione in memoria di Sergio Ramelli avvenuta il 29 aprile 2018 a Milano (Paolo Salmoirago/Newpress)

I saluti fascisti durante la manifestazione in memoria di Sergio Ramelli avvenuta il 29 aprile 2018 a Milano (Paolo Salmoirago/Newpress)

Tredici esponenti dell’estrema destra neo-fascista italiana sono stati condannati a quattro mesi di reclusione per manifestazione fascista e per incitamento “alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali” motivato anche dall’aver fatto il saluto fascista durante la cosiddetta “chiamata del presente” durante una manifestazione non autorizzata in memoria di Sergio Ramelli avvenuta a Milano il 29 aprile del 2018.

Il reato di manifestazione fascista è previsto dalla legge Scelba del 1952, mentre il collocamento del saluto fascista nella fattispecie di incitamento “alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali” è previsto dalla legge Mancino del 1993. La sentenza, emessa dai giudici della Terza sezione penale del Tribunale di Milano, ha condannato i militanti di estrema destra anche a 300 euro di multa e al pagamento delle spese processuali.

Chi era Sergio Ramelli

Sergio Ramelli era uno studente membro del Fronte della Gioventù – gruppo di destra radicale – ucciso il 29 aprile 1975. Fu aggredito a colpi di chiavi inglesi da un commando dell’organizzazione comunista Avanguardia Operaia e morì il 13 marzo in ospedale dopo oltre un mese di agonia.

È considerato una delle vittime degli Anni di Piombo, il periodo compreso tra gli anni Sessanta e Ottanta contraddistinto da un estremismo politico che produsse violenze di piazza, lotta armata e terrorismo, sia di destra che di sinistra. I responsabili dell’omicidio furono identificati dieci anni dopo l’aggressione e tra il 1987 e il 1990 furono processati e condannati in via definitiva per omicidio volontario.

La questione delle commemorazioni 

Da decenni, l’estrema destra italiana considera Ramelli un martire vittima della violenza comunista e, ogni anno il 29 aprile, lo commemora in una manifestazione che riunisce anche diversi gruppi neofascisti. Durante questi incontri, va in atto anche il cosiddetto appello del Camerata: un leader chiama “Attenti”, scandisce per tre volte il nome “Camerata Sergio Ramelli” e i partecipanti rispondono “Presente” mentre esibiscono il saluto fascista a mano tesa.

In passato, diversi partecipanti sono stati denunciati e condannati per apologia del fascismo e alcune di queste commemorazioni sono considerate eventi legati a stretto filo con l’universo neofascista.

Tuttavia, in quanto giovane vittima della violenza politica, alla memoria di Ramelli sono dedicati diversi luoghi e targhe di Milano. Le inaugurazioni di questi luoghi sono state presiedute, tra gli altri, dal sindaco di Milano Beppe Sala e dalla leader di Fratelli d’Italia e attuale presidente del Consiglio Giorgia Meloni.