Saluto romano per Ramelli, condannati a un mese 16 militanti di estrema destra

E' la prima volta che alcuni militanti di estrema destra vengono condannati per i gesti compiuti durante le commemorazioni per Ramelli, Pedenovi e Borsani. La manifestazione è quella del 2013

Saluto romano durante una commemorazione di Sergio Ramelli

Saluto romano durante una commemorazione di Sergio Ramelli

Milano, 19 novembre 2015 - Per la prima volta è stata emessa una condanna a Milano per presunta apologia del fascismo avvenuta durante l'annuale commemorazione di Sergio Ramelli, Enrico Pedenovi e Carlo Borsani. Destinatari della sentenza sono stati 16 militanti di estrema destra accusati di  aver violato la legge Scelba del 1952, per aver compiuto «manifestazioni usuali del disciolto partito fascista» come il 'saluto romano'. La condanna è di un mese di reclusione e una multa di 250 euro. I giudici della quinta sezione penale del Tribunale di Milano hanno anche disposto un risarcimento complessivo di 16mila euro a favore dell'Anpi, parte civile nel processo che è stata rappresentata dall’avvocato Federico Sinicato. Il legale aveva proposto di condannare gli imputati al pagamento di un risarcimento complessivo di 50mila euro, sottolineando «l’umiliazione subita» dai milanesi «democratici e antifascisti» a causa «della loro condotta».

Lo scorso 19 giugno dieci militanti di estrema destra erano stati prosciolti dal gup di Milano per episodi analoghi avvenuti però l'anno successivo, nel corso della manifestazione del 2014. Tra loro anche alcuni imputati finiti sotto processo per i fatti del 2013, che erano stati rinviati a giudizio da un altro giudice e oggi sono stati condannati. Sono accusati in particolare di aver compiuto durante la commemorazione «manifestazioni usuali del disciolto partito fascista» come «la 'chiamata del presentè, il cosiddetto 'saluto romanò, l'esposizione di uno striscione inneggiante ai camerati caduti e di numerose bandiere con croci celtiche». Prima che i giudici si ritirassero in Camera di consiglio, i difensori avevano chiesto l'assoluzione. Le motivazioni della sentenza verranno depositate entro i prossimi 90 giorni

Nell'ambito del processo che si è concluso oggi in primo grado il pm di Milano Piero Basilone dal canto suo aveva chiesto la condanna a 45 giorni di carcere per tre imputati, tra cui il cantante Federico 'Skoll' Goglio, che avrebbero avuto un ruolo più attivo nel corso della manifestazione, e un mese di reclusione per le altre 13 persone sotto processo. Aveva proposto inoltre, per tutti, una multa di 450 euro. Nella sua requisitoria, il pm ha sottolineato che «tali condotte sono chiaramente riconducibili alla simbologia fascista» e «la legge ci impone di incriminarle». Si era trattato quindi secondo il pm di una manifestazione (che si tiene da anni a Milano per commemorare Ramelli e Pedenovi, assassinati negli anni ‘70 nel capoluogo lombardo, e Borsani, ucciso il 29 aprile 1945) «evocativa dell’ideologia fascista», durante la quale «non è stato commemorato il defunto ma il ‘camerata'». Prima che prendesse la parola il pm, sono stati interrogati in aula alcuni degli imputati, che hanno respinto le accuse. «La commemorazione si è sempre svolta in un clima tranquillo e sereno», ha spiegato Federico Goglio, che nel 2013 fu incaricato di fare la ‘chiamata del presente'. «Il saluto romano esisteva da prima del fascismo, che lo ha fatto proprio - ha proseguito - mentre il ‘presente' è un tema militare. Non sono iscritto a nessun partito ma partecipo da anni alla manifestazione, in quanto mi identifico in valori di un certo tipo».

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