SIMONA BALLATORE
Cronaca

Ragazzi iperconnessi, troppi pericoli. E il 14% è vittima dei cyberbulli

L’indagine di Save The Children sulla Lombardia: il 71% dei bambini dai 6 anni in su naviga nel web tutti i giorni. E un progetto internazionale di Cattolica mostra come i rischi siano cresciuti negli ultimi tre anni.

Ragazzi iperconnessi, troppi pericoli. E il 14% è vittima dei cyberbulli

Ragazzi iperconnessi, troppi pericoli. E il 14% è vittima dei cyberbulli

Tra gli adolescenti lombardi di 11, 13 e 15 anni il 12,7% mostra un uso problematico dei social media. E sono le ragazze a soffrire di più. Ci si immerge nei social spesso per "scappare da sentimenti negativi", ma si rischia di restare intrappolati, tra dipendenza e cyberbulli in agguato: il 14% denuncia di esserne stato vittima. L’ultima indagine - anche su scala lombarda - è di Save The Children, alla vigilia della Giornata mondiale per la sicurezza in Rete, il 6 febbraio. Il primo dato a emergere è la frequenza di utilizzo della rete: il 71% di bambini e adolescenti tra i 6 e i 17 anni utilizza internet tutti i giorni, specie attraverso lo smartphone (57,9%).

"È necessario rafforzare le misure di protezione per i preadolescenti e potenziare l’educazione a un uso consapevole e sicuro della rete – l’appello di Save The Children –. Se per molti ragazzi stare in rete, scambiarsi contenuti e messaggi, rappresenta un elemento di apertura al mondo, le rilevazioni sugli adolescenti di 11, 13 e 15 anni, mostrano che il 12,7% del campione in Lombardia fa un uso problematico dei social media e il 23,3% dei videogiochi". In quest’ultimo caso sono i ragazzi i più esposti e l’età di maggiore esposizione si abbassa agli 11 anni. La Lombardia è la regione con il numero più alto di centri territoriali che offrono assistenza ai minorenni, anche per far fronte alle dipendenze digitali: sono 33, presenti a Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Lodi, Monza, Milano, Mantova, Pavia e Varese. Sotto la lente anche gli effetti collaterali dell’iperconnessione, dai disturbi alimentari (in Lombardia il 17,1% dei ragazzi è in sovrappeso o obeso) all’aumento dell’ansia sociale, della depressione e dell’impulsività, fino al rendimento scolastico scarso, all’autoisolamento e al ritiro sociale, soprattutto tra i 15 e i 17 anni.

"L’ambiente digitale rappresenta per le giovani generazioni una straordinaria opportunità di abbattimento delle disuguaglianze e di ampliamento degli orizzonti, ma è necessario che tutti i bambini, le bambine e gli adolescenti siano accompagnati nella acquisizione delle competenze indispensabili per navigare in rete in modo creativo e consapevole – sottolinea Raffaela Milano, direttrice programmi e advocacy Italia-Europa di Save the Children –. Per questo motivo è necessario coinvolgere e formare le figure adulte di riferimento, a partire dai genitori e dai docenti, anche sulle nuove frontiere dell’Intelligenza artificiale". Se ne parlerà martedì, in streaming su ww.generazioniconnesse.it, con Daniele Catozella, esperto di educazione e didattica digitale.

Sulle competenze digitali si è concentrato anche il progetto triennale europeo ySkills che ha coinvolto bambini e adolescenti tra i 12 e i 17 anni in sei paesi europei (Estonia, Finlandia, Germania, Italia, Polonia e Portogallo): i risultati sono stati presentati dall’Università Cattolica di Milano. Gli adolescenti italiani hanno generalmente buone competenze comunicative e di interazione (62%) ma scarse competenze informative e di gestione della navigazione (31%). "Dobbiamo prestare particolare attenzione ai ragazzi più vulnerabili e a rischio marginalità - ha commentato Giovanna Mascheroni, coordinatrice italiana del progetto e sociologa - perché le diseguaglianze nelle competenze digitali tendono a riprodurre ed esacerbare le diseguaglianze digitali". Nei tre anni di osservazione, sono aumentati i rischi online, dall’esposizione ai contenuti d’odio (il 74% dei ragazzi li ha visti almeno una volta negli ultimi 12 mesi), alla pornografia (76%) e ai contenuti dannosi per la salute come quelli che promuovono autolesionismo e anoressia o bulimia (71%).