
Un frame del video girato dalla Polizia locale durante le indagini
Milano, 3 novembre 2014 - Racket dell'accattonaggio a Milano, ancora una gang scoperta dalla polizia locale di Milano. Raggiunti da un'ordinanza di custodia cautelare 14 nomadi romeni ritenuti responsabili di aver sfruttato per mesi alcuni mendicanti ridotti in condizioni servili per meglio assecondare i propri fini. Le accuse sono di riduzione in schiavitù, tratta e «alienazione e acquisto» di schiavi. Nell'ambito dell'inchiesta, coordinata dal pm Piero Basilone, è stato accertato che una ventina di vittime sarebbero state portate dalla Romania in Italia, anche dopo essere state comprate, per farle elemosinare, a forza di botte, ai semafori.
L'ordinanza è firmata dal gip di Milano Simone Luerti a carico di 14 persone che farebbero parte di due gruppi familiari di nomadi romeni che andavano a prendere loro connazionali in Romania e poi li portavano a Milano con la promessa di farli lavorare. In realtà, li costringevano a chiedere le elemosina ai semafori o nei vagoni della metropolitana e li picchiavano se non riuscivano a portare come 'incassò a fine giornata almeno 30-50 euro ciascuno.
Si trattava, dunque, di un giro d'affari per i presunti schiavisti di decine e decine di migliaia di euro, dato che le presunte vittime accertate sono una ventina in totale e le indagini, attraverso pedinamenti e intercettazioni, hanno ricostruito un'attività da parte dei due clan di nomadi che è andata avanti quotidianamente negli ultimi mesi. Nell'ambito dell'inchiesta agli arrestati sono stati contestati i reati di riduzione in schiavitù, tratta di schiavi e anche «acquisto e alienazione di schiavi», previsto dall'art. 602 del codice penale, perché in alcuni casi i nomadi avrebbero anche comprato alcune vittime in Romania, pagando i loro familiari, per condurle in Italia e poi costringerle a elemosinare. La gran parte delle persone sfruttate in questo racket dell'accattonaggio aveva anche seri problemi fisici e menomazioni.