
Raccontare la Cina con l’arte 250 dipinti e sculture in mostra Sacchi: "Mondo da conoscere"
Una giovane donna orientale. Alle spalle un paesaggio tipico delle porcellane cinesi, simbolo della storia millenaria del Paese. Lei indossa degli occhiali da sole e le lenti riflettono i grattacieli di una megalopoli. Lo sguardo dritto, verso il futuro. Il dipinto dell’artista Xu De Qi, celebre esponente della Pop art cinese, rappresenta lo spirto della mostra “Cina - La nuova frontiera dell’arte“ alla Fabbrica del Vapore, promossa dal Comune di Milano. "Il quadro rappresenta la direzione presa dalla Cina da cinquant’anni ai giorni nostri - spiega il curature Vincenzo Sanfo -. E l’arte diventa lo spazio migliore, neutro, dove far conoscere questa cultura al mondo, a noi. I cambiamenti sono stati molti, rapidi, e la Cina ora è un partner fondamentale a livello mondiale", dice il presidente della fondazione Italia-Cina, Mario Boselli. "Abbiamo scelto questa location - spiega l’assessore alla Cultura Tommaso Sacchi - perché si trova vicino al quartiere di Chinatown, uno dei primi luoghi di contatto tra la cultura locale e cinese a Milano".
La mostra "insiste sulle relazioni internazionali, tra comunità, tra culture dal mondo. Vogliamo avvicinare le persone a questo sapere perché siamo consapevoli dell’importanza dei rapporti con questa nazione".
Per questo sono state selezionate "250 opere tra dipinti, sculture, manifesti, foto, filmati e video che raccontano importati momenti storici" dice Sanfo. Si parte dalla Città proibita, al tempo dell’ultimo imperatore Pu Yisi, quando la Cina si pensava dentro quei limiti geografici, per passare alla sala sulla figura di Mao Tse-tung (capo della rivoluzione comunista e fondatore della Repubblica popolare cinense, ndr.) con manifesti dell’epoca che lo ritraggono, contrapposti a dipinti critici realizzati da artisti dissidenti. Poi i quipa (abiti femminili tradizionali, ndr), opere dedicate all’antica arte della calligrafia, fino ad arrivare alla pittura a inchiostro. Infine, la nuova pittura a olio. Molto usata dagli artisti della Pop art ludica, oltre a quelli della generazione precedente del Pop cinico. Per un periodo che va dagli anni Ottanta agli anni Novanta del Novencento. Cai Wanlin, Luo Zhi Yi, Xing Junqin e Song Yongping, sono alcuni dei 150 artisti presenti. Tra loro anche due donne: Zhang Hong Mei, e Xiao Lu. "Con il progresso della società è cambiato anche il ruolo della donna - dice il curatore - e lo si vede anche da queste opere dove i soggetti femminili hanno uno sguardo sfidante e sono liberi di vestirsi come desiderano".
L’esposizione sarà aperta al pubblico da domani fino all’8 ottobre. Alessia Sironi