
Grave l'uomo aggredito con l'ombrello da ragazzi in via Donna Prassede (Newpress)
Milano, 16 maggio 2017 - «Da tanto tempo ci sono problemi di sicurezza: ragazzini improvvisano gare coi motorini nei box, un mio amico è stato minacciato con un coltello e derubato nel parco, personaggi aggressivi si trovano a bere in strada vicino alla fermata dall’autobus. Tante volte abbiamo trovato in frantumi i vetri della pensilina». Lo racconta Alessandro Baldo, residente in via Donna Prassede, periferia sud. E non è l’unico a preoccuparsi.
Nel complesso di case costruite 15 anni fa, che si affacciano su un cortile al confine con un parco pubblico, vive Marino C., il 56enne aggredito tra venerdì e sabato da un gruppo di ragazzi dopo aver protestato per rumori e schiamazzi. Colpito alla testa con un ombrello, è ricoverato in coma all’Humanitas. L’uomo, rincasando, ha rimproverato una banda di ragazzi, probabilmente sia maggiorenni che minorenni: uno in particolare scorrazzava col motorini dopo la mezzanotte a poca distanza dalla sua abitazione. A quel punto è scattata l’aggressione a colpi di ombrello, notata da un vicino di casa che ha lanciato l’allarme. Poi è scesa anche la moglie del cinquantaseienne per soccorrerlo. Sull’episodio indagano i carabinieri del Nucleo operativo della Compagnia Porta Magenta.
Nella palazzina in cui abita il ferito, le bocche sono cucite. Nessuno si pronuncia sull’accaduto «per rispetto a chi sta soffrendo», sottolinea un ragazzo. Ma i residenti spiegano che «le bande di ragazzini in cortile e nel parco non sono una novità: qui si radunano persone del quartiere e anche in arrivo da altre zone». Wilma Mosca allarga le braccia: «In effetti non mi sento tranquilla. I portoncini sono tutti stati forzati, i box pure. Più volte si sono intrufolati ladri che hanno tentato di rubare il rame. Al confine col parco è tutto buio, si potrebbe potenziare l’illuminazione e magari collocare colonnine Sos per poter chiedere aiuto in caso di necessità». C’è chi punta il dito anche contro lo spaccio. Chi contro roulotte di nomadi «che stazionano ogni due per tre vicino al parco». Giusy Pecorino, altra abitante, racconta di aver sentito dei tonfi, tra venerdì e sabato: «Il mio cane Blacky ha iniziato ad abbaiare. I colpi si sentivano distintamente, io però non mi sono allarmata perché li attribuivo alla raccolta della spazzatura». Marco Canzio parla di «menefreghismo generale: la striscia di verde è abbandonata a sé. Quel che è successo non mi stupisce». Mentre Maria Startari chiede «più controlli delle forze dell’ordine» ma anche «servizi e luoghi di aggregazione per i giovani: qui è il deserto». Nei prossimi giorni potrebbe andare in scena una manifestazione per esprimere solidarietà a Marino e chiedere più sicurezza.