Quinto giorno senza taxi "Vi invitiamo a ripartire"

Appello dei sindacati dopo l’incontro col Governo: basta blocchi selvaggi. Assemblea notturna per decidere se riprendere il servizio o restare fermi

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di Nicola Palma

Al quinto giorno pieno di blocco selvaggio (il sesto se consideriamo che tutto è partito alle 18 di mercoledì scorso), la categoria dei tassisti si è ufficialmente divisa. Da una parte, quelli dell’ala dura, che vorrebbero andare avanti a oltranza fino alle 48 ore di sciopero autorizzato che scatteranno alla mezzanotte del 5 luglio.

Dall’altra, quelli che vogliono tornare a lavorare. "Considerate le ultime notizie pervenute dai nostri rappresentanti, vi invitiamo a riprendere il servizio", la comunicazione arrivata ieri sera agli associati di 8585. Seguita a stretto giro da quella dei sindacati, a valle dell’incontro col viceministro alle Infrastrutture Teresa Bellanova: "Invitiamo tutti a interrompere le forme spontanee di protesta che hanno rappresentato l’incontrollabile risposta alla linea sorda tenuta dal Governo". I delegati di categoria si sono presentati al tavolo romano con la richiesta di stralciare dal Ddl Concorrenza l’articolo 10, che secondo loro rappresenta il grimaldello per consentire alle multinazionali di conquistare il trasporto pubblico non di linea; di contro, l’esponente del Governo Draghi ha spiegato che l’idea di fondo è quella di mettere comunque mano al settore, pur ribadendo di non voler favorire nessuno (Uber, il sottinteso), e ha chiesto agli interlocutori di presentare una serie di proposte e di aprire una riflessione "di merito, responsabile e puntuale". Non una chiusura, insomma. C’è tempo fino al 22 luglio, e, da quanto emerso, l’ipotesi è che i conducenti si presentino al prossimo appuntamento con una piattaforma che preveda comunque di accantonare "la delega in bianco" per avviare un percorso che porti al varo dei decreti amministrativi della riforma del 2019 e alla regolamentazione "dell’operatività delle piattaforme digitali". Alla fine, il faccia a faccia non è bastato per la revoca del doppio scìopero del 5 e 6 luglio, che resta in programma.

Detto questo, anche ieri all’ombra della Madonnina le auto bianche sono rimaste coi motori spenti, al netto dei servizi sociali garantiti ad anziani, disabili e donne in gravidanza. La serrata ha generato ancora una volta disagi per i passeggeri in arrivo in Centrale e in generale per turisti e milanesi, specie nelle due ore (tra le 11 e le 13) in cui si sono fermati pure metrò, autobus e tram per lo sciopero proclamato dai sindacati di Atm. Nella tarda serata, è andata in scena una partecipatissima assemblea ai posteggi di piazza Luigi di Savoia, centro della protesta dal 22 giugno. Oggetto del dibattito: torniamo in servizio o restiamo fermi? La sensazione è che tutto possa ripartire già oggi, anche perché manca ancora una settimana al 5.

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