ANNAMARIA LAZZARI
Cronaca

Quindici anni al telefono ad ascoltare ed aiutare. La solitudine, la nostalgia e chi ripete sempre la stessa storia ma “non giudichiamo nessuno"

Elisa, volontaria storica di Aras che dal 2005 accoglie i segreti dei milanesi

Elisa, segretaria di 60 anni, è una delle volontarie più esperte di Aras, con 15 anni di esperienza

Elisa, segretaria di 60 anni, è una delle volontarie più esperte di Aras, con 15 anni di esperienza

Milano, 31 marzo 2024 –  Le piccole e grandi croci dell’esistenza, col suo carico di nostalgie, solitudini, umiliazioni, ingiustizie, malattie, tragedie irrimediabili, ma pure invenzioni strampalate di mitomani arrivano alle orecchie degli "angeli in ascolto" di Aras, acronimo di "associazione relazione d’aiuto e solidarietà sociale", che dal 2005 offre un servizio di ascolto telefonico alle persone in difficoltà di tutta Italia.

Il centralino milanese in via Poma è rimasto aperto anche ieri, alla vigilia di Pasqua: il servizio (che risponde al numero 02 73953926) è infatti attivo tutti i giorni dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 22.30.

"Quella che offriamo al telefono non è solo la possibilità di parlare del proprio disagio, ma anche di creare una relazione d’aiuto che può durare anni. Aras, a differenza di altre associazioni, non solo riceve chiamate ma telefona regolarmente alle persone che lo richiedono.

Non siamo psicologi, anche se facciamo formazione continua, né ovviamente sacerdoti, e neppure amici, dal momento che non forniamo consigli: pensiamo che ciascuno debba trovare la propria chiave personale per uscire dall’impasse. Quello che offriamo è un ascolto empatico: complice il fatto che nessuno sia obbligato a fornire i suoi dati, la gente arriva a rivelarci quello che non confesserebbe a nessun altro. Non ne ricava solo conforto, sollievo, vicinanza ma anche un ascolto introspettivo che può diventare una molla per tornare a prendersi cura di sé e della propria vita. Quello che non facciamo mai è giudicare: c’è un uomo che da 7 anni ci chiama sostenendo di avere ogni volta 18 anni e di soffrire di una malattia grave; chi, pur telefonando dallo stesso numero, cambia ogni volta identità e chi racconta ogni giorno di subire la stessa tragica disavventura. A noi non importa smentire le loro narrazioni che hanno un qualche significato, anche se per noi non è chiaro, e le ascoltiamo, come tutto il resto", dice Elisa, segretaria di 60 anni, tra le volontarie più esperte di Aras, con 15 anni di esperienza.

In totale i volontari sono 35, dai 20 ai 70 anni, divisi in turni di tre ore: c’è chi opera da casa, in modalità smart.


L’utenza va da venti-trent’anni fino ai grandi anziani, con una leggera prevalenza femminile. Se parliamo di anziani soli di Milano, molti ci vengono segnalati dai servizi sociali del Comune in base a una convenzione, e in qualche occasione organizziamo con loro anche momenti di incontro. Ad essere diminuite drasticamente, dopo il Covid, sono le chiamate dei giovanissimi: forse alla telefonata classica non sono più abituati", spiega l’operatrice di Aras.

Ad aspettare trepidante la chiamata di Elisa ieri c’era un 93 enne dal Lorenteggio che non ha più nessuno al mondo, ma rimane molto informato sull’attualità: "La bolletta della luce è esplosa, la spesa è sempre più cara e nel mio palazzo non ci sono più residenti, gli appartamenti sono quasi tutti per affitti brevi, con gente che viene e che va dopo pochi mesi. Questa Milano non mi sembra più Milano", ha raccontato a Elisa.

Un’altra donna ultraottantenne ha ripercorso l’agonia del marito, scomparso tre settimane fa dopo una lunga malattia: "Prima di morire non ha detto alcuna parola, ha solo esalato un lungo respiro, come se la sua dipartita fosse una liberazione dopo tanto dolore. Lui alla badante continuava a ripetere che non ce la faceva più, ma io mi illudevo che potesse rimanere con me un po’ più a lungo…" la sua confessione. E poi c’è la trappola della nostalgia di un abruzzese, che ai volontari racconta spesso della sua gioventù milanese, quando studiava ancora all’università: "Cara Elisa, ho saputo che da voi il tempo è brutto, qui invece c’è il mare, il sole e una temperatura deliziosa. Ma Milan l’è on gran Milan …"