THOMAS FOX
Cronaca

Qui Lambrate era un paese. L’anima di via Conte Rosso trecento metri di idee

Da un lato la chiesa di San Martino e un campanile del ‘400. Dall’altro la Cappelletta, un antico altare...

Da un lato la chiesa di San Martino e un campanile del ‘400. Dall’altro la Cappelletta, un antico altare...

Da un lato la chiesa di San Martino e un campanile del ‘400. Dall’altro la Cappelletta, un antico altare...

Da un lato la chiesa di San Martino e un campanile del ‘400. Dall’altro la Cappelletta, un antico altare pagano e poi cristiano. In mezzo 300 metri di strada a una corsia affiancata dai marciapiedi. Nucleo dell’ex paese di Lambrate, via Conte Rosso è stata per decenni un punto d’incontro, con le osterie, i negozi, le sedi sindacali e di partito: dai fascisti ai socialisti, dai comunisti ai democristiani. Ancora oggi c’è la Cgil, la Panetteria Occupata - ex forno ora autogestito dagli autonomi - e il chiosco di Aedicola Lambrate, che oltre a vendere giornali organizza dibattiti ed eventi. E poi la sede del Circolo Acli: "In questa zona vivevano gli operai delle fabbriche vicine, l’Innocenti e la Faema", ricorda il presidente Vincenzo Casati. "Con la chiusura degli stabilimenti e l’arrivo dei supermercati sono spariti gli antichi negozi: macellai, fruttivendoli, cartolai", aggiunge Massimo Arduini, nato e cresciuto qui. E se restano bar e ristoranti, molti con dehors al posto dei vecchi campi da bocce, via Conte Rosso non è una zona di movida. Perché qui si respira ancora un’atmosfera da paesino.