
Luca
Casadei*
Sono arrivato a Milano, da Parigi, nel 1994. Milano, come energia, non mi ha mai fatto soffrire il passaggio, come mentalità e layout invece sì. Coloro che ci sono nati me l’hanno sempre descritta come un amore fedele, nel mentre io meditavo la fuga in un’altra meta europea (Berlino o Barcellona); cercavo una città più social, meno giudicante, più solare. Poi arriva il 2015 e cambia tutto. Davanti a casa mia sono nati i grattacieli, ho cominciato a respirare un turismo internazionale, quello vero che va nelle città importanti. Milano esce dal suo fascino (per un giovane è affascinante solo in una giornata d’escursione) del dialetto meneghino e si comincia a parlare in inglese e in italiano in modo spontaneo. Milano è come Londra, Parigi, NYC, non solo per le sfilate ma anche per la vita quotidiana. Da diversi anni non ho più l’auto, giro in scooter e in monopattino elettrico, le piste ciclabili sono quasi ovunque. Se mi serve la macchina, faccio car sharing.
Se mi voglio allenare con degli attrezzi moderni all’aperto come se fossi al Lumphini di Bangkok o al Central Park di NYC, oggi mi basta andare in ogni parco della città per poterlo fare. Tutte le zone a rischio di un tempo sono diventate estremamente protette, basta guardare la stazione Centrale che oggi vive per il suo splendore architettonico (ci sono anche ottimi flagship store) e non se ne parla più per la sua delinquenza. Se ti siedi per terra con il tuo Mac per lavorare, la gente non si chiede più dove tu abbia nascosto il cappello per metterci dentro una moneta, ma si siedono due metri più avanti per fare altrettanto. Le discoteche, che erano covi da cronaca nera, oggi si stanno trasformando in club dove puoi cenare e dopo bere qualcosa con un mood luxury-pop in stile Montecarlo, ma accessibile a tutti. Milano ha saputo interpretare i trend moderni, facendo un “best of” delle cose più belle del mondo. Ed è la città che cercavo, ora me la godo senza dover traslocare. La mia ultima riunione di lavoro l’ho fatta nel parco “Biblioteca degli Alberi”, il nuovo polmone verde appena ultimato sul fianco di piazza Gae Aulenti. Altro che l’America.
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