DIEGO
Cronaca

Questi ragazzi cambieranno il nostro mondo

Diego

Miscioscia*

La relazione tra gli insegnanti e i giovani della generazione Z, è abbastanza singolare: da una parte, infatti, le caratteristiche psicologiche dei nuovi allievi rendono il lavoro dei docenti davvero difficile. Dall’altra, esistono nuove condizioni di dialogo tra adulti e ragazzi che rappresentano una preziosa novità per l’evoluzione di questa generazione e per la prima volta, vi sono le condizioni per aiutare questa generazione a costruire un sistema etico più maturo che potrebbe cambiare il mondo e indirizzarlo verso una vera cultura di pace.

Con gli Z si è segnata la fine delle ideologie abbassando, così, notevolmente il conflitto tra le

vecchie e le nuove generazioni. Queste ultime sono globalizzate e possono contare sulla presenza di interlocutori credibili. La cultura attuale presenta anche numerose contraddizioni e negatività che influenzano soprattutto la fascia dei giovani più fragili culturalmente. E proprio l’ambiente familiare e sociale ha spinto molti giovani verso una rappresentazione di sé un po’ troppo impreziosita.

La cultura, al posto di valori etici, propone loro ideali estetici e narcisistici come edonismo, esibizione di un corpo perfetto, ricchezza, successo e visibilità a tutti i costi.

L’eccessiva presenza dei ragazzi nel virtuale, inoltre, se da una parte promuove la creatività e il

multitasking, dall’altra indebolisce la loro capacità di stare nella realtà e favorisce meccanismi

psicologici disfunzionali come la derealizzazione e la depersonalizzazione. Di fronte a tutto questo, alcuni insegnanti appaiono smarriti. Si ha invece, l’occasione storica da parte dei docenti per investire le proprie passioni nella scuola, trasformando e riconvertendo il narcisismo dei ragazzi in “protagonismo costruttivo”, costruendo con loro, le premesse per una cultura di pace.

La generazione Z, infatti, è stanca di pregiudizi, di maschilismo e di divisioni tra gli Stati ed è

stanca soprattutto di guerre.

*Psicologo