Emilio
Magni
Quel lì l’è un cianfer bèll e bunn, uno degli strali partiti verso il sindaco del paese, l’altra mattina dal "canton di ball", l’angolo della piazza dove amano radunarsi gli anziani a chiacchierare. Ma cosa era accaduto di tanto grave da scatenare la rabbia degli anziani? Era stata appresa la notizia riportata da quotidiano locale riguardante la decisione del sindaco di collocare una colonnina per la presa della corrente per le auto elettriche proprio nello spazio del "canton". Oltre alla colonnina il primo cittadino prevedeva un’aiuola al posto del marciapiede, quindi per i poveri pensionati non ci sarebbe stato più lo spazio per fermarsi a "contarla su". Dunque ci si doveva così spostare da un’altra parte il luogo del raduno, ma l’impresa si prospettava complicata. Sicché contro il sindaco si è cominciato a lanciare, per fortuna solo verbalmente, frecce comunque assai appuntite. E così uno degli epiteti rivolti al primo cittadino è stato "cianfer": "Quel lì l’è un cianfer bèll e bunn". "Ma per la precisione cosa vuol dire "cianfer?", se lo sono chiesti alcuni amici del "canton" che non sono molto pratici del dialetto. Il significato è chiaro è semplice, come spiega Francesco Cherubini nel suo dizionario del dialetto milanese. Significa "uomo inetto", "incapace". Vuol dire anche "coltello che non taglia" e "ago che non cuce", ma questi significati non hanno alcun riferimento alla protesta degli anziani del "canton". Dunque per loro è un incapace questo sindaco che ha deciso di cancellare lo spazio usato dagli anziani all’angolo della piazza. In Brianza il termine è leggermente diverso. Si dice infatti "ciafar", che viene adoperato per indicare un tipo un po’ "babbeo", oppure poco abile nel lavoro, confusionario, inetto, pasticcione. Viene usato anche per dire di un arnese, o utensile di poco conto, come ci spiega Gianfranco Scotti nel suo dizionario del dialetto lecchese. Da dove viene? Ancora Scotti spiega che potrebbe derivare dal tedesco "schlaefer" che vuol dire fannullone.