Quei tre minuti di ritardo in Giappone

Gabriele

Moroni

Un collega, rientrato dalle ferie trascorse in Giappone, mi ha raccontato questo episodio. Nei suoi spostamenti, ha preso un treno sulla linea Osaka-Tokio, non un diretto ma una corsa con numerose fermate, evidentemente utilizzato da molti pendolari. Ebbene, questo treno è arrivato con ben 3 (tre) minuti di ritardo. Conoscendo quanto sia disonorevole un ritardo per le ferrovie nipponiche, possiamo immaginare la profusione di scuse da parte del personale nei confronti dei viaggiatori, alcuni dei quali sicuramente imbronciati per il ritardo. La cosa che però ha attirato l’attenzione del collega era un funzionario che distribuiva dei bigliettini stampati. Incuriosito, ha chiesto di cosa si trattasse. La risposta è stata che erano giustificativi per il datore di lavoro, già pronti e stampati per chi ne avesse avuto necessità. Questo per soli tre minuti e con una organizzazione impeccabile! Italia, domenica 21 novembre 2022. Un altro collega, di ritorno a casa da un viaggio, arrivato a Porta Garibaldi ha scoperto amaramente che il suo treno per Lecco avrebbe avuto la tratta da Sesto a Carnate sostituita con autobus. Non solo non erano state diffuse informazioni adeguate, ma per di più l’autobus è arrivato a Carnate pochi minuti dopo la partenza di un treno. Disorganizzazione perfetta. Come non fare un paragone fra quelli giapponesi e i nostri treni, dove un ritardo di 5 minuti non viene neppure conteggiato?

Giorgio Dahò, Lecco

Ha scritto Stefan Zweig: "Il paragone mi è sempre parso un elemento stimolante e anzi creativo e mi è caro come metodo, perché lo si può applicare senza usare violenza". Sarà d’accordo con il grande scrittore anche il pendolare tornato dal Giappone?

gabrielemoroni51@gmail.com

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